I lavoratori in malattia ormai da anni non sono più obbligati a spedire il certificato medico all’Inps e al datore di lavoro con raccomandata visto che vige l’invio telematico direttamente dal medico curante. Resta l’obbligo di invio cartaceo solo quando non è possibile quello telematico. Vediamo, quindi, bene come va comunicata la malattia ricordando che comunque sono al vaglio proposte di cambiamento in merito (autocertificazione entro i tre giorni).

Comunicazione malattia: regole e responsabilità

Ad oggi, il lavoratore è tenuto ad avvisare il datore in caso di malattia.

Tuttavia, a spedire il certificato è direttamente il medico di famiglia. Il tempo massimo rispetto al presunto orario di lavoro è previsto da contratto ma di norma entro le 4 ore.
Nel certificato medico devono essere specificate diagnosi e prognosi della malattia e l’indirizzo al quale il lavoratore si rende disponibile per la visita fiscale.

Malattia in vacanza: comunicazione datore di lavoro

Ma cosa succede se la malattia sopraggiunge mentre il lavoratore è in ferie e in vacanza, magari all’estero? Se ci si trova in un Paese dell’Unione Europea o convenzionato con l’Italia bisogna presentare il certificato medico all’istituzione estera competente per materia entro tre giorni dal verificarsi della malattia (sarà richiesta l’esibizione della tessera europea assicurazione malattia). In questo caso sarà l’istituzione interessata a trasmettere la certificazione all’Inps includendo eventuali esiti degli accertamenti sanitari. Questa certificazione viene equiparata negli effetti al certificato medico in Italia senza bisogno di traduzione a meno che non espressamente richiesto dal Paese.

Se, invece, nel momento in cui insorge la malattia il lavoratore si trova in uno Stato non comunitario non convenzionato, non sarà possibile inviare telematicamente la certificazione medica all’Inps e bisognerà presentare il certificato alla rappresentanza diplomatica o consolare italiana presente nel territorio che provvederà all’invio all’istituto.