Novità su compensi avvocati, tariffe minime e pubblicità del servizio dei professionisti: prosegue la battaglia tra l’Antitrust, a favore della libera concorrenza, e il Consiglio Nazionale Forense, che fa appello al codice deontologico e alla dignità della professione da mantenere e da non intaccare con sconti.

Avvocati in saldo: pubblicità e tariffe in tempi di crisi

L’ultima mossa dell’Autorità si concretizza nel provvedimento n. 25487 con cui l’Antitrust ha contestato al CNF l’inerzia manifestate di fronte alle richieste della stessa di qualche mese fa (il riferimento specifico è al provvedimento dell’ottobre scorso per cui il Cnf fu anche sanzionato economicamente per condotta anticoncorrenziale).

Le questioni che avevano portato alla sanzione erano sostanzialmente di due tipi: da un lato la libertà nella scelta delle tariffe minime e dall’altro l’ammissibilità della pubblicità sulle offerte rivolte al pubblico. Il Cnf aveva infatti inquadrato come fattispecie di accaparramento della clientela l’attività promozionale fatta su piattaforme di sconti. Ecco cosa sostiene l’Antitrust in termini di compensi degli avvocati e pubblicità di offerte su consulenze legali.

Parcella avvocato: ammesso il ribasso dei prezzi oltre il minimo

Nel provvedimento dell’Antitrust pubblicato ieri, 15 giugno 2015, viene accertato che il Consiglio Nazionale Forense “ha posto in essere un’infrazione unica e continuata, restrittiva della concorrenza, consistente nell’adozione di due decisioni volte a limitare l’autonomia dei professionisti rispetto alla determinazione del proprio comportamento economico sul mercato, stigmatizzando quale illecito disciplinare la richiesta di compensi inferiori ai minimi tariffari”. La limitazione del