Con il vincolo del numero massimo di tre cessioni credito e con i bonus casa sempre più sotto la lente dei controlli del fisco, oggi come oggi per i committenti i lavori è davvero difficile trovare l’impresa che accordi lo sconto in fattura.

Quest’ultimo, com’era nato, rappresentava (e dovrebbe continuare a rappresentare) un importante strumento di spinta nel campo dell’edilizia:

  • da un lato il committente (quindi, chi deve fare lavori sulla propria casa) può contare su un risparmio di spesa immediato (non dovendo pagare in tutto o in parte la fattura di spesa, a seconda del tipo di detrazione fiscale accessibile in base ai lavori svolti)
  • dall’altro lato l’impresa esecutrice dei lavori, la quale a fronte dello sconto concesso matura un credito d’imposta da poter utilizzare in compensazione oppure ulteriormente cedere a terzi.

E’ proprio all’impresa che, l’Agenzia delle Entrate, al fine di contrastare frodi fiscali, ha deciso di mettere il bastone tra le ruote.

Sconto in fattura tra vecchie e nuove regole

Mentre prima, chi acquisiva il credito dall’impresa (e proveniente dalla sconto in fattura da questa concesso al committente) poteva ulteriormente cederlo e poi chi lo acquistava poteva fare altrettanto (insomma cessione credito a cascata), con il decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4 (c.d. Sostegni-ter) convertito in legge, le cosa sono drasticamente cambiate).

In dettaglio, in base alle nuove regole, in caso di opzione per sconto in fattura concesso dall’impresa esecutrice i lavori:

  • l’impresa può cedere a chiunque il credito maturato (prima cessione)
  • chi acquista il credito dall’impresa, può utilizzarlo in compensazione o cederlo ulteriormente (seconda cessione). Tuttavia, in questo caso il credito può essere ceduto solo verso questi soggetti:
    • banche
    • altri intermediari finanziari e società appartenenti a un gruppo bancario iscritti nei rispettivi albi tenuti dalla Banca d’Italia
    • imprese di assicurazione autorizzate a operare in Italia
  • chi acquista il credito derivante dalla seconda cessione può utilizzarlo in compensazione o cederlo ulteriormente (terza cessione credito) ma solo a:
    • banche
    • altri intermediari finanziari e società appartenenti a un gruppo bancario iscritti nei rispettivi albi tenuti dalla Banca d’Italia
    • imprese di assicurazione autorizzate a operare in Italia
  • chi prende il credito derivante dalla terza cessione non potrà più cederlo ma solo utilizzarlo in compensazione.

Solo grandi imprese

Con le nuove e stringenti regole, dunque, è divenuto quasi totalmente difficile trovare un’impresa che accordi al committente lo sconto in fattura (per un esempio vedi anche Bonus casa con sconto in fattura, Poste blocca la cessione crediti delle imprese).

L’impresa, infatti, avrà poi enorme difficoltà a monetizzare il credito maturato, in quanto dovrà a sua volta trovare chi è disposto ad acquisirlo. E qui che c’è l’intoppo. Chi acquisisce, a sua volta, il credito sarà vincolato nell’ulteriore cessione visto che potrà rivolgersi solo a:

  • banche
  • altri intermediari finanziari e società appartenenti a un gruppo bancario iscritti nei rispettivi albi tenuti dalla Banca d’Italia
  • imprese di assicurazione autorizzate a operare in Italia.

Insomma un vero e proprio consiglio per trovare l’impresa disposta allo sconto in fattura è difficile da dare. Forse rivolgersi alle grandi imprese che hanno liquidità disponibile e tempi per attendere la monetizzazione dei crediti.

La cosa, tuttavia, potrebbe leggermente sbloccarsi poiché starebbe per arrivare la possibilità di una quarta cessione (vedi anche Cessione del credito con più chance( decreto bollette). Ultime novità).

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