I tagli alla pensione sono uno spauracchio costante. Le pensioni si definiscono previdenziali perché un lavoratore le ha maturate dopo aver lavorato e versato contributi. L’INPS però non ha solo misure previdenziali ma anche misure assistenziali. Un mix di misure quelle che l’Istituto previdenziale liquida. E alcune volte si tratta di misure collegate ai redditi sia del lavoratore che di un eventuale convivente. Soprattutto le prestazioni assistenziali o la parte di pensione che esce da maggiorazioni e integrazioni, possono essere facilmente influenzate dai redditi anche di chi convive col pensionato.

“Gentile redazione, sono una pensionata di 68 anni, ex maestra delle scuole elementari. Prendo una pensione da 1.080 euro al mese. Non mi sono mai sposata ma da anni ho un compagno con cui sto per andare a vivere insieme. In pratica lui verrà a vivere con me, a casa mia. E non è detto che un domani decideremo di sposarci visto che ci stiamo discutendo da tempo. Ho un dubbio però. Dal momento che andremo a vivere insieme, e lui ha 58 anni ed è un lavoratore dipendente del settore privato, faremo nucleo familiare comune giusto? Ho il dubbio che il suo reddito, cioè quanto prende di stipendio, finisca con l’incidere negativamente sulla mia pensione. È un dubbio lecito il mio o è solo un falso allarme? Ho paura che mi taglino la pensione.”

Le pensioni e il loro collegamento al reddito del nucleo familiare

Dare una risposta precisa alla signora che ci scrive non è facile dal momento che occorrerebbe approfondire il tutto, a partire dalla composizione della sua pensione e da eventuali altri redditi che lei stessa può avere. Inoltre servirebbe capire quanto percepisce di reddito da lavoro il compagno della lettrice. Ma ad occhio la nostra pensionata rischierebbe poco andando a vivere insieme con il suo compagno. Le pensioni ottenute in base alla carriera lavorativa, e quindi le cosiddette pensioni previdenziali non vengono influenzate dai redditi nella maggior parte dei casi.

Le prestazioni assistenziali invece vengono influenzate. Ed anche la parte della pensione collegata al reddito, come possono essere le maggiorazioni sociali e le integrazioni al trattamento minimo. Ma non sembra che la nostra ex maestra abbia una pensione di questo genere.

Tagli pensione: cosa accade alle pensioni collegate al reddito o all’ISEE

Un dubbio più che lecito quello che ci è stato proposto, anche perché una scelta sbagliata, anche se fatta inconsapevolmente può produrre la decurtazione della pensione. Va ricordato che per esempio, sull’assegno sociale i redditi di un coniuge incidono sulla prestazione assistenziale dell’altro coniuge. Se la nostra lettrice fosse stata titolare di assegno sociale, o se avesse avuto una pensione minima con dentro maggiorazioni sociali o integrazioni, sposare il compagno finirebbe con il produrre il cumulo del reddito di quest’ultimo con quello della diretta interessata. E tra erogazioni parziali e revoca del trattamento, l’assegno sociale o le integrazioni al trattamento minimo INPS finirebbero con l’essere messe a repentaglio.

Si può anche fare nucleo familiare a parte

Per la nostra lettrice quindi, a prima vista problemi non ce ne dovrebbero essere. Anche perché per il convivente non dovrebbe provocare nessun taglio o riduzione di pensione all’ex maestra delle elementari. Per non rischiare comunque, nel momento in cui il compagno si trasferirà, nel cambio di residenza si può optare pure per restare a nucleo familiare separato. In questo caso per esempio, l’ISEE andrebbe fatto separatamente, così come sullo stato di famiglia non risulterebbero assieme. L’ISEE nello specifico è molto importante, forse ancora di più del cumulo reddituale che incide sulle pensioni, visto che abbiamo già detto che il rischio per le prestazioni pensionistiche previdenziali è pressoché nullo.

Nell’ISEE invece incidono tutte le componenti reddituali e patrimoniali di ogni convivente, cioè di tutti i presenti nello stato di famiglia. E nel caso in il diretto interessato utilizza l’ISEE per bonus, sconti bollette, riduzioni delle tasse e altre prestazioni agevolate o assistenziali, è evidente che il reddito del convivente finirebbe con il far perdere questi benefici a chi si trova in queste condizioni.