Se durante la pandemia lo smart working è stato necessario per evitare contatti, adesso con la crisi energetica torna utile per risparmiare. Sarebbe questa la soluzione migliore che lo Stato potrebbe adottare per tagliare i costi di gas e luce.

Spegnere condizionatori e luci negli uffici pubblici rimandando gli impiegati a lavorare da casa porterebbe a notevoli risparmi. Altro che decreto Aiuti. Le stime parlano di circa 1 miliardo al mese comprendendo tutti i risparmi derivanti dal lavoro agile nella pubblica amministrazione.

Smart working per risparmiare sulla bolletta

E’ noto, del resto, che gli sprechi si annidano soprattutto negli uffici pubblici, laddove in passato non si è quasi mai badato a spese per riscaldare o raffreddare i locali, lasciando luci accese anche di notte. Sicché, se in tempi di pandemia è stato necessario ricorrere allo smart working, perché non farlo adesso, a maggior ragione, con la crisi energetica che incombe?

Se veramente si volesse risparmiare sulla bolletta, basterebbe questo: riportare la maggior parte dei dipendenti pubblici a lavorare in smart working. Del resto siamo in periodi di emergenza, non sanitaria, ma economica.

Quello che si risparmierebbe chiudendo gran parte degli uffici , soprattutto per chi lavora in back office e non necessita di contatti con l’utenza, sarebbe quanto di più logico da fare – suggeriscono alcuni economisti -.

Più soldi ai pensionati

Il decreto Aiuti da 6 miliardi appena approvato dal governo va bene, ma se fosse accompagnato dal ritorno allo smart working per la pubblica amministrazione sarebbe meglio. Le due misure insieme darebbero al governo la possibilità di distribuire maggiori risorse ai cittadini.

Si potrebbe così intervenire con più grinta sui salari (troppo bassi rispetto a molti Paesi core Ue) e sulle pensioni. Magari anche sospendendo le addizionali comunali e regionali che gravano su lavoratori e pensionati.

Per restituire potere di acquisto – come sostiene Maurizio Landini, segretario generale della CGIL – bisogna intervenire seriamente sul taglio degli sprechi, sulla spending review.

Non è sufficiente correggere di qualche grado la temperatura nelle abitazioni e al lavoro. Bisogna dare più soldi a chi lavora evitando al contempo che i pensionati scivoli verso la povertà.

Il ritorno allo smart working deve quindi diventare un passaggio obbligato, come prevede anche il Pnnr, se si vuole veramente tagliare sul fabbisogno energetico. Non si tratta di fare delle rinunce, ma di cambiare semplicemente il luogo di lavoro, grazie alla tecnologia e internet.