Andare in pensione ma non prima di aver verificato per bene la situazione contributiva della propria carriera. Infatti nel sistema italiano i contributi previdenziali accumulati sono importanti come l’età anagrafica. Anzi, esistono misure che prevedono come unico requisito quello contributivo. Mentre al contrario misure previdenziali senza contributi versati non esistono.

Chi pensa all’assegno sociale sbaglia perché si tratta di una misura che non ha nulla di previdenziale ma è solo assistenziale (basata com’è sui redditi del richiedente e del coniuge se presente).

Quindi, tutto parte dalla contribuzione versata. Ma come si fa a verificare se c’è davvero la giusta contribuzione per una determinata misura pensionistica?

“Buonasera, mi chiamo Alessandro e vado verso i 63 anni di età. Sto lavorando ancora, ma vorrei verificare la mia carriera contributiva in maniera tale da poter conteggiare l’esatto numero di anni di contributi. A 62 anni c’è la quota 103, a 63 anni c’è l’Ape sociale. Non si sa mai che rientro in alcune di queste misure. Come posso recuperare il mio estratto conto dal sito dell’INPS visto che ho appena ricevuto le mie credenziali SPID? E poi, come si calcolano gli anni di contributi che trovo sul mio estratto conto? Nell’ultimo che ho recuperato diversi anni fa nella mia sede INPS di Parma, ci sono tante sigle e periodi in settimane. Mi spiegate come fare?”

L’estratto conto dei contributi INPS utili alla pensione, con lo SPID comodamente da casa

Ormai anche l’INPS è entrata nell’era della digitalizzazione. Tutti i servizi dell’Istituto sono telematici e come tali possono essere recuperati senza dover andare per forza alla sede territoriale dell’INPS. Anzi, adesso non serve necessariamente nemmeno l’aiuto di sindacati, patronati e CAF. Naturalmente sempre meglio utilizzare esperti e addetti ai lavori, ma da solo un lavoratore a casa può fare molte cose.

Serve l’accesso all’area riservata dell’INPS, tramite i soliti strumenti e le solite credenziali. Nello specifico servono alternativamente:

  • SPID, Sistema Pubblico di Identità Digitale;
  • CIE, Carta di Identità Elettronica;
  • CNS, Carta Nazionale dei Servizi.

L’area riservata dell’INPS

Bisogna collegarsi al sito istituzionale dell’INPS ed accedere all’area My INPS. Naturalmente dopo l’autenticazione con uno degli strumenti dell’elenco di sopra. Una volta entrati nell’area riservata, bisogna cercare il servizio giusto che è quello dell’estratto conto contributivo/previdenziale. Basta inserire nel motore di ricerca questa dicitura ed usciranno le varie opzioni da cliccare. Una volta trovata l’area giusta, bisogna accedere al servizio scegliendo naturalmente la via del cittadino e non quella del patronato. Si apre automaticamente la pagina con il proprio estratto conto contributivo e previdenziale a schermo intero. Il documento oltre che visionato a schermo può essere salvato in PDF o addirittura scaricato e stampato.

Cos’è l’estratto conto dei contributi INPS per la pensione

Nella scheda dell’INPS si legge testualmente che l’estratto conto contributivo “è il documento che elenca tutti i contributi effettuati all’INPS in favore del lavoratore”. Oltre a quelli effettivi da lavoro, dentro l’estratto conto anche i contributi figurativi e da riscatto.
Grazie all’estratto conto contributivo, l’INPS sottolinea nella scheda che “i lavoratori possono verificare la regolarità dei contributi versati autonomamente o dai propri datori di lavoro durante tutta la carriera”.

Oltre che per fini di consultazione e controllo, l’estratto conto può servire anche per segnalare eventuali discordanze all’INPS. In effetti nella scheda c’è anche il tasto con cui segnalare carenze, mancanze o errori presenti di cui il contribuente si rende subito conto. Se il lavoratore ha versamenti in diverse forme previdenziali che fanno capo all’INPS, dentro l’estratto conto si visualizzano sezioni diverse piene di contributi, con colori differenti che le segnalano.

Cosa si legge nell’estratto conto dei contributi INPS

Oltre ai contributi versati per anno di versamento, l’estratto conto è completo di diversi dati che riguardano il lavoratore. Ogni periodo di contribuzione ha il datore di lavoro per cui si prestava servizio. Ci sono i richiami ai periodi di disoccupazione, malattia, cassa integrazione e servizio militare. Inoltre ci sono i periodi di riferimento di ciascun periodo, i periodi espressi in settimane (ma anche in giorni e in mesi a volte), la retribuzione imponibile utile ai fini previdenziali e eventuali note.

Per esempio ci sono le note contrassegnate con il numero 3 o con la lettera O che stanno a significare che sono periodi di contribuzione che non servono per raggiungere il diritto alla pensione di anzianità. Oppure ci sono le note contrassegnate dalla lettera S che riguarda i periodi di contribuzione che non sono utili alla maturazione del diritto alla pensione. Infine, con il numero 5 la nota che significa contributi soggetti a verifica qualora la retribuzione corrisposta non sia sufficiente a riconoscere l’intero periodo come contribuzione.

La guida al calcolo dei contributi

Una volta appurata la propria carriera con l’estratto conto, si deve passare al calcolo dei contributi. Si devono sommare tutti i periodi riportati nell’estratto conto. Se sono riportati in settimana tutti i contributi, il problema non esiste. Basterà sommare tutte le settimane presenti e dividere per 52 il risultato. Per esempio, 30 anni di contributi utili all’Ape sociale come disoccupati significa 1.560 settimane di contribuzione. La somma deve dare quel numero per poter sperare di rientrare nell’Anticipo pensionistico sociale. Sono invece 2.132 settimane quelle utili a maturare 41 anni di contributi per la quota 103 o per la quota 41 per i precoci. Se ci sono periodi in mesi, basterà trasformare i mesi in settimane, che per un anno intero sono 52.