Continuano a saltare fuori come funghi le truffe legate all’utilizzo illegale del reddito di cittadinanza. L’ultima di cui vi portiamo a conoscenza è quella perpetrata da una presunta organizzazione criminale pakistana con la complicità di un Caf e un impiegato di un ufficio postale, i quali sono riusciti a far accreditare il sussidio ad alcuni connazionali, ma a loro insaputa. Sussidio, poi riciclato dalla stessa banda. Vediamo cosa è successo.

Il meccanismo della truffa della postepay per il reddito di cittadinanza

Questa truffa sul Reddito di Cittadinanza, secondo quanto è stato rivelato da “Il Messaggero”, vede la complicità di più soggetti: un’organizzazione pakistana, esercizi commerciali italiani, un Caf e un impiegato di un ufficio postale del napoletano.

L’organizzazione pakistana si occupava di contattare alcuni connazionali offrendo loro un aiuto nella compilazione di alcune pratiche burocratiche necessarie per accedere al sussidio. Il truffatore, dunque, chiedeva i documenti alla vittima, in modo da presentare la domanda a loro nome.

Una volta accolta la richiesta di sussidio, complice l’impiegato dell’ufficio postale che avrebbe avuto il compito di verificare l’identità del percettore, la carta di reddito di cittadinanza veniva ritirata non dall’effettivo avente diritto ma da un complice della stessa banda, ed il gioco e fatto.

A questo punto, non restava altro che riciclare il denaro indebitamente percepito. Ed è qui che entrano in gioco alcuni esercenti complici della truffa.

Si è scoperto, infatti, che il sussidio veniva speso sempre negli stessi pochi negozi. I truffatori, in sostanza, simulano un acquisto fittizio. La somma di denaro spesa, infine, veniva distribuita a tutti i complici.

Secondo quanto rivelato da “Il Mattino”, la truffa potrebbe riguardare circa 250 percettori, per un danno di oltre 2 milioni di euro. Le indagini sono in corso.

 

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