Il bonus da 200 euro previsto dal decreto Aiuti del governo Draghi è finito già sui conti di lavoratori dipendenti e pensionati lo scorso luglio. A qualcuno automaticamente con il rateo di pensione, ad altri invece tramite autocertificazione al datore di lavoro e liquidazione diretta in busta paga. Adesso il bonus 200 euro è interessato dalle domande di partecipazione per i lavoratori autonomi e per quanti non lo hanno ricevuto perché appartenenti a categorie per cui era ancora da avviare la procedura di richiesta.

Ma sono davvero tante le segnalazioni di utenti, anche pensionati, che non hanno ottenuto il bonus anche se effettivamente spettante. Un problema da risolvere visto che adesso si parla già di un nuovo una tantum a novembre, stavolta da 150 euro.

“Buonasera, sono Giovanni, un pensionato nato il 24 giugno 1955. Ho ottenuto la mia pensione di vecchiaia con oltre 35 anni di contributi dal primo luglio scorso. Ma è dal 2020 che risulto in pensione grazie all’APE sociale che ho percepito dopo aver completato tutta la Naspi che mi spettava. Tutti i miei conoscenti hanno ottenuto il bonus da 200 euro con la pensione di luglio o agosto, mentre io ancora no. Il mio Patronato mi ha detto che verificava la situazione e dopo aver sentito il Contact Center INPS oggi, mi hanno detto che anche ad ottobre non è previsto alcun bonus sulla mia pensione. Nessuna risposta ai miei dubbi ne dal mio Patronato e nemmeno dall’INPS. Non mi restate che voi. Potete aiutarmi?”

Chi percepisce l’APE sociale ha diritto al bonus da 150 euro?

Come detto in premessa, il bonus da 200 euro è stato oggetto di liquidazione per i pensionati a partire dallo scorso mese di luglio. Adesso arriverà anche il nuovo bonus da 150 euro, probabilmente a novembre (si attendono le ufficialità con la pubblicazione del decreto Aiuti ter in Gazzetta Ufficiale). In termini pratici, nessun vincolo all’ottenimento di questo bonus per i pensionati, se non fosse per il vincolo reddituale.

La normativa del bonus infatti prevede l’erogazione a contribuenti che rientrano nel reddito annuo prescritto. Per il bonus da 200 euro la soglia era di 35.000 euro. Per il bonus da 150 euro questa soglia è pari a 20.000 euro. Tra le varie categorie di beneficiari che il DL Aiuti ha previsto per l’indennità una tantum di 200 euro (ed anche per l’altra indennità da 150 euro del decreto Aiuti ter), anche i pensionati. Senza distinzioni quindi, perché non ci sono vincoli nemmeno per chi prende l’APE sociale.

Ecco i vincoli ai bonus una tantum del governo

In pratica, via libera al bonus per i pensionati, purché rientrino nei limiti reddituali prima citati. Per questa categoria di beneficiari del bonus l’erogazione è stata automatica. Infatti nessuna domanda è stata necessaria per la fruizione del beneficio. E non ci sarà bisogno di domanda nemmeno per la versione di novembre, quella da 150 euro. Chi non ha percepito l’indennità una tantum a luglio potrebbe aver sforato il reddito utile. In pratica sopra i 35.000 euro di reddito annuo nessun bonus era fruibile. Per quello da 150 euro di novembre saranno esclusi i pensionati con redditi sopra i 20.000 euro. Il nostro lettore sostenendo di avere diritto al bonus lascia capire che non ha superato i 35.000 euro di reddito. Pertanto la motivazione del mancato pagamento dell’indennità una tantum è da ricercare altrove.

La decorrenza della prestazione è importante

Una cosa che va sottolineata è che il bonus riguardava pensionati che erano già tali alla data del 30 giugno scorso. In termini pratici, la decorrenza della prestazione doveva essere scattata prima del 1° luglio 2022. Chi è andato in pensione dopo, a partire proprio dal primo luglio non aveva diritto al bonus. Per il nuovo indennizzo invece, il limite passerà al 1°ottobre.

In pratica la decorrenza della pensione per godere del nuovo una tantum deve essere al 30 settembre 2022 almeno. Chi va in pensione dopo è escluso.

Un caso limite è quello del cambio di misura previdenziale percepita

Per il nostro lettore questa potenzialmente è stata l’anomalia che lo ha portato a non percepire il bonus di settembre. Parliamo della decorrenza della pensione. La sua pensione di vecchiaia è partita proprio il primo luglio 2022, cioè fuori dal limite utile al beneficio (decorrenza entro il 30 giugno 2022). Ma lui a giugno percepiva l’APE sociale e il suddetto bonus doveva essere pagato con il rateo di luglio o agosto dell’APE sociale. L’INPS non trovando in corso di fruizione quella tipologia di prestazione, cessata il 30 giungo e sostituita dalla pensione di vecchiaia, non ha potuto erogare il bonus. Un caso limite, “sfortunato” per il nostro lettore, che comunque ha diritto al bonus dal momento che risultava beneficiario di una prestazione INPS tra quelle a cui l’indennità era concessa. Bisogna perdere tempo a comunicare all’INPS esattamente questa situazione. Sarà a cura dell’Istituto verificare il tutto e poi concedere il bonus al nostro lettore. Passerà tempo ma il suo diritto resterà sacrosanto.