L’INPS ha da poco aggiornamento il modello per poter presentare la domanda di accesso al reddito di cittadinanza. Questo aggiornamento è stato reso necessario a seguito delle modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2022 e del decreto-legge 28 gennaio 2019. Modifiche che riguardano le informazioni relative alle eventuali misure cautelari e condanne del richiedente.

Tali modifiche potrebbero essere le ultime in assoluto che riguardano il reddito di cittadinanza. Già, perché a partire dal prossimo anno, questo strumento potrebbe essere cancellato per sempre, almeno per come lo conosciamo oggi.

Nei piani del futuro governo, che sarà guidato da Giorgia Meloni, c’è il superamento di questo istituto con un altro strumento di welfare ritenuto più efficace. Stiamo parlando del “reddito di solidarietà”. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Come fare domanda per il reddito di cittadinanza? Al via un’importante modifica

Con il messaggio n. 3684 del 07 ottobre 2022, l’INPS ha comunicato l’aggiornamento del modello per richiedere il reddito di cittadinanza. Le modifiche sono state rese necessarie a seguito della nuova normativa istituita con la legge di bilancio 2022 e con il decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26.

In particolare, la Legge di Bilancio 2022 ha modificato le regole relative ai controlli sui richiedenti con condanne penali.

Alla condanna in via definitiva per tali reati, si legge nel comunicato, “consegue di diritto l’immediata revoca del beneficio con efficacia retroattiva e il beneficiario è tenuto alla restituzione di quanto indebitamente percepito. La revoca è disposta dall’INPS ai sensi del comma 10. Il beneficio non può essere nuovamente richiesto prima che siano decorsi dieci anni dalla condanna”.

Ad essere stato modificato, in particolare, è il “Quadro F – Condizioni necessarie per godere del beneficio” del modello di domanda del sussidio, relativo alle dichiarazioni in capo al richiedente e ai componenti il nucleo familiare in merito alle misure cautelari e alle condanne per taluni reati individuati dalla richiamata normativa di riferimento.

“Al fine di rendere maggiormente accessibile il modello di domanda e per facilitarne la compilazione, si legge nel messaggio dell’INPS, la dichiarazione relativa al richiedente è stata separata da quella relativa ai componenti del nucleo familiare”.

I furbetti rischiano fino a 6 anni di reclusione

Il controllo automatizzato sulla presenza di condanne con sentenza passata in giudicato da meno di dieci anni per i reati di cui dall’articolo 7, comma 3, del decreto-legge n. 4/2019, viene effettuato su tutti i richiedenti e i percettori di Reddito di cittadinanza e pensione di cittadinanza, così come previsto dalla Legge di Bilancio 2022.

Ricordiamo che per i soggetti che percepiscono indebitamente il reddito di cittadinanza scatta il blocco del sussidio e la restituzione delle somme percepite.

Il falso o la dichiarazione mendace, oltre che con la perdita del beneficio e le relative sanzioni, può essere punita con la reclusione fino a 6 anni.

Infine, anche l’omessa dichiarazione della condizione reddituale e patrimoniale può portare a delle conseguenze abbastanza gravi. In questo caso sarà disposta la revoca del sussidio e si può arrivare anche alla reclusione fino a tre anni.

Riforma reddito di cittadinanza, cosa succede dal prossimo anno

La modifiche normative appena descritte potrebbero essere le ultime in assoluto. Già perché, a partire dal prossimo anno, il reddito di cittadinanza potrebbe non esistere più, almeno per come lo conosciamo adesso.

Una delle grandi battaglie del centro destra è sicuramente quella che riguarda la riforma del reddito di cittadinanza. Un centro destra da sempre critico nei confronti del sussidio “anti povertà” tanto cara all’ex premier Giuseppe Conte. Secondo alcuni report di importanti istituti italiani, il reddito di cittadinanza non faciliterebbe l’incrocio tra la domanda e offerta di lavoro. Anzi, potrebbe rappresentare un vero e proprio ostacolo in tal senso.

Come ormai sappiamo, Giorgia Meloni sarà presto chiamata dal Presidente della Repubblica a formare un nuovo esecutivo. Nei piani della Meloni c’è sicuramente il superamento del reddito di cittadinanza con un altro strumento di welfare ritenuto più efficace. Stiamo parlando del reddito di solidarietà, un sussidio che potrà essere erogato solamente a favore dei fragili: anziani senza un lavoro o nuclei familiari con la presenza di minori o disabili. In altre parole, saranno esclusi dal beneficio solamente i giovani senza un lavoro.

Oltre a questo, la Meloni vorrebbe (finalmente) intervenire sulle “politiche attive” del reddito di cittadinanza, per facilitare l’inserimento dei percettori nel mondo del lavoro. Un compito che, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe essere affidato a Marina Elvira Calderone, quale prossimo Ministro tecnico del Lavoro e delle Politiche Sociali. Si tratterebbe di un nome di peso, visto la sua esperienza maturata alla guida dei consulenti del Lavoro per ben 18 anni.