Un’adesione automatica ogni tot di anni potrebbe portare ad un aumento del tasso di iscrizione alla previdenza complementare. Insomma una sorta di “automatic enrolment” stile inglese (il governo britannico l’ha introdotta dal 2012).

L’analisi è quella riportata dal sole24 ore.

Un modello inglese anche nel nostro sistema che convinca i giovani che la previdenza complementare sia la strada principale e, quindi, divenire potenziali aderenti.

Previdenza complementare: la leva fiscale una strada percorribile

Bisogna puntare anche e soprattutto sulla forma di previdenza complementare nella prossima riforma pensione.

Solo così si potrà garantire ai giovani una vecchiaia dignitosa visto che l’attuale precarietà del mondo lavorativo ed un sistema pensionistico non strutturale (ed in continua evoluzione) non presenta prospettive molto positive.

Un’altra possibile mossa, continua, il quotidiano di Confindustrua, potrebbe essere quelle di puntare sulla leva fiscale.

Cosa significa questo?

Ad esempio, agendo per semplificare ed incentivare la possibilità data ai lavoratori di iscrivere i propri figli e familiari, anche se non lavoratori, ai fondi, in modo da creare anche per loro una posizione di previdenza complementare.

Oppure, ad esempio, prevedere la facoltà per l’aderente a forme di previdenza complementare, in alternativa alla riscossione della prestazione o al aggiunto trasferimento ad altra forma pensionistica, di trasferire la propria posizione individuale maturata al soggetto fiscalmente a carico.

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