All’atto dell’apertura della partita iva e nel corso del tempo, è lecito chiedersi quanto contributi previdenziali saranno necessari per poter andare in pensione. E’ possibile individuare un monte contributivo o comunque una data alla quale associare il traguardo del raggiungimento dell’età pensionistica? E’ possibile calcolare la pensione in base alle fatture emesse?

Ecco quelle che sono le indicazioni dell’Inps su calcolo della pensione, anche in base al fatturato.

Il calcolo della pensione

Sul portale Inps, è spiegato come la pensione è calcolata esclusivamente con il sistema di calcolo contributivo per i lavoratori privi di anzianità contributiva al 1° gennaio 1996 e per i lavoratori che, in base a istituti attualmente vigenti, conseguono la liquidazione della pensione con il calcolo contributivo.

Ai fini del calcolo della pensione occorre:

  • individuare la retribuzione annua dei lavoratori dipendenti o i redditi conseguiti dai lavoratori autonomi o parasubordinati;
  • calcolare i contributi di ogni anno sulla base dell’aliquota di computo (33% per i dipendenti, quella vigente anno per anno per gli autonomi come da circolare Inps adottata con cadenza annuale);
  • determinare il montante individuale che si ottiene sommando i contributi di ciascun anno opportunamente rivalutati sulla base del tasso annuo di capitalizzazione derivante dalla variazione media quinquennale del PIL (Prodotto Interno Lordo) determinata dall’ISTAT;
  • applicare al montante contributivo il coefficiente di trasformazione, che varia in funzione dell’età del lavoratore, al momento della pensione.

Dunque, per i lavoratori autonomi i passaggi sono i seguenti: individuazione redditi conseguiti (attenzione redditi non fatturato), calcolo contributi dovuti (anche in esonero contributivo), determinazione montante individuale così come da risultante dall’applicazione della rivalutazione Istat. Infine al montante contributivo, si applica il coefficiente di trasformazione.

Come calcolare la pensione in base alle fatture emesse.

Sempre l’Inps, chiarisce come determinare correttamente il montante individuale.

A tal fine, è necessario:

  • individuare la base imponibile annua, cioè il reddito annuo per gli iscritti alle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi, corrispondente ai periodi di contribuzione (obbligatoria, volontaria, figurativa, da riscatto, da ricongiunzione) riconducibili all’assicurato in ciascun anno;
  • calcolare l’ammontare dei contributi di ciascun anno moltiplicando la base imponibile annua per l’aliquota vigente anno per anno per i lavoratori autonomi e per i parasubordinati;
  • sommare l’ammontare dei contributi di ciascun anno, rivalutato annualmente sulla base del tasso annuo di capitalizzazione risultante dalla variazione media quinquennale del PIL nominale

L’importo così ottenuto costituisce la quota di montante individuale dei contributi per i periodi maturati successivamente al 31 dicembre 1995.