Aprire una partita IVA comunitaria è utile in tutti i casi in cui l’attività prevede operazioni di import export e, quindi, fatture estere. Va detto però che non spetta a tutte le imprese di diritto: chi può aprirla e come? Ecco una guida pratica. Lo scopo della partita IVA comunitaria è quello di uniformare il sistema di tassazione IVA nel mercato unico europeo. Per richiedere l’apertura della partita IVA comunitaria occorre essere un’impresa comunitaria.

Che significa? Come si ottiene questo status?

Come fare domanda per aprire una partita IVA comunitaria: la procedura e i tempi

Occorre in primo luogo compilare l’apposito modello (riquadro AA9) precisando l’importo presunto delle operazioni che si stima di eseguire oppure inviare una raccomandata A/R alla sede dell’Agenzia delle Entrate territorialmente competente subito dopo l’apertura della partita IVA o comunque almeno trenta giorni prima della data in cui si eseguirà l’operazione da o per l’estero. L’Agenzia delle Entrate ha a disposizione un termine massimo di trenta giorni per rispondere. In caso di accettazione della domanda, la partita IVA sarà iscritta all’interno del Registro VIES, il che permette al titolare di effettuare operazioni con gli altri Paesi dell’Unione europea.

Apertura partita IVA comunitaria: vantaggi

Va precisato che, dal punto di vista fiscale, non ci sono agevolazioni: la partita IVA comunitaria, sul fronte tasse, è equiparata del tutto a quelle normali. Da un punto di vista pratico invece aprire una partita IVA comunitaria serve per scaricare l’IVA sui bene e servizi necessari all’impresa. I titolari di una partita IV