Come andare in pensione entro la fine dell’anno? Cosa fare e quali strade si possono ancora seguire per evitare di uscire con i requisiti previsti dalla Fornero? Sono queste le domande più ricorrenti che si pongono i lavoratori in procinto di lasciare il lavoro.

Anche perché dal prossimo anno, in assenza di interventi legislativi, si restringono le possibilità per andare in pensione anticipata. A fine anno scade infatti Quota 102 e non è detto, come sostiene qualcuno, che l’opzione sia rinnovata al 2023.

Anche perché finora si sono registrate meno della metà delle oltre 16 mila uscite preventivate.

In pensione coi requisiti ordinari

Ma veniamo alle varie possibilità di uscita. Coi requisiti ordinari si può andare in pensione a 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi. Questa è la cosi detta pensione di vecchiaia. In alternativa si può accedere alla pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall’età anagrafica. Per le donne bastano 41 anni e 10 mesi.

Esiste anche la possibilità di andare in pensione anticipata a 64 anni di età con almeno 20 anni di contributi. Ma questa opzione è riservata solo ai contributivi puri che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995. Una strada molto stretta perché bisogna soddisfare anche un altro requisito di non poco conto. Cioè quello di ottenere una pensione pari ad almeno 2,8 l’importo dell’assegno sociale.

Quota 102

Fino a fine anno si può andare in pensione con quota 102 che prevede l’uscita a 64 anni con 38 di contributi. Questa opzione ricalca quanto avvenuto fino allo scorso anno con Quota 100, misura approvata dal Parlamento per evitare lo scalone con i requisiti Fornero.

Quota 102 ha finora riscosso scarso successo. Un po’ per via del fatto che i requisiti sono centrati solo per alcune classi di lavoratori, un po’ perché risulta penalizzante. A conti fatti, per chi è a un passo dalla pensione di vecchiaia o anticipata Quota 102 non conviene.

Alle donne in particolar modo.

Pensione anticipata con Ape Sociale

Un’altra delle possibilità per andare in pensione prima è Ape Sociale. Il nostro ordinamento prevede per talune categorie di lavoratori in difficoltà o che svolgono lavori gravosi l’uscita a 63 anni con una indennità commisurata a quella delle pensione.

Ape Sociale non è una vera e propria pensione, ma una indennità economica calcolata sulla base dei contributi versati all’Inps. E’ erogata fino al raggiungimento dell’età pensionabile, poi viene liquidata la pensione.

Ape Sociale rappresenta quindi una sorta di sostegno al reddito erogabile fino al raggiungimento dell’età pensionabile. L’importo è calcolato in base all’ammontare del futuro trattamento pensionistico di vecchiaia o anticipato cui avrà diritto il richiedente nel limite massimo di 1.500 euro lordi per 12 mensilità. La somma è soggetta a tassazione ordinaria.

Ne hanno diritto sia i lavoratori dipendenti che quelli parasubordinati e gli autonomi. Mentre restano esclusi coloro che appartengono alle casse dei liberi professionisti.

Opzione Donna

Resta poi Opzione Donna, la pensione anticipata riservata alle lavoratrici. I requisiti di accesso non sono uguali per tutte. Le dipendenti devono aver maturato una età anagrafica di almeno 58 anni e aver versato almeno 35 anni di contributi.

Anche le lavoratrici autonome, devono aver versato almeno 35 anni di contributi, ma per loro l’età anagrafica sale a 59 anni. Entrambi i requisiti per ambedue le categorie di lavoratrici debbono essere posseduti al 31 dicembre 2022.

Per chi ha versato contributi in gestioni diverse, si fa riferimento agli ultimi anni di lavoro. Pertanto l’età anagrafica di riferimento è quella relativa all’ultimo rapporto di lavoro al momento della domanda di pensione.

Il calcolo della pensione avviene con il sistema contributivo puro, anche per i contributi versati nel sistema retributivo. Per cui l’assegno risulta penalizzante e può comportare anche un taglio del 20-25% dell’importo rispetto alla pensione ordinaria.

I tempi di attesa sono lunghi: un anno per le dipendenti e 18 mesi per le autonome dal perfezionamento dei requisiti.

Lavoratori precoci e militari

C’è infine Quota 41 riservata ai lavoratori precoci. Coloro che hanno maturato 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica possono andare in pensione anticipata. A condizione che almeno 12 mesi di lavoro siano stati svolti prima del compimento dei 19 anni di età.

Per i militari, categoria a parte, restano in vigore le regole per la pensione al raggiungimento dell’età ordinamentale (dai 60 anni in su). Si può però uscire prima con la pensione anticipata di anzianità.