Anche i versamenti di contributi per colf e badanti subiscono uno slittamento temporale. In base alle disposizioni del nuovo decreto legge Cura Italia, i pagamenti dei contributi previsti per i lavoratori domestici dovuti fino al 31 maggio, sono rinviati.

I datori di lavoro potranno, se lo vorranno, posticipare i versamenti al mese di giugno, entro la data del 10 per l’esattezza, relativamente ai contributi per i quali l’Inps ha già inviato i bollettini per lavoro domestico relativi al primo trimestre 2020 da pagare entro il 10 aprile.

La disposizione non è tassativa, anzi, chi vorrà potrà versare comunque regolarmente.

Sospensione dei termini di prescrizione

In fatto di contributi Inps, il DL Cura Italia è intervenuto anche sui termini di prescrizione per le contribuzioni per i collaboratori domestici (e non solo). In particolare, il termine quinquennale di prescrizione (decennale nel caso di denuncia del lavoratore o dei suoi superstiti) per il periodo  temporale intercorrente dal 23 febbraio 2020 al 30 giugno 2020 viene interrotto. La decorrenza verrà ripresa il 1 luglio 2020. Ove il decorso abbia inizio durante il periodo di sospensione, l’inizio stesso è differito alla fine del periodo.

Le retribuzioni di colf e badanti

A partire dal 1 gennaio 2020 le retribuzioni per i lavoratori domestici sono aumentate. L’incremento è dello 0,1% rispetto allo scorso anno. Poca roba, ma questo per effetto di una variazione minima del tasso d’inflazione che nel 2019 è stato storicamente molto basso. La ricaduta sui salari dei collaboratori domestici è stata pertanto insignificante e quindi anche la contribuzione Inps subisce variazioni minime per l’anno in corso. A seguito delle variazioni di cui sopra, lo stipendio mensile minimo dei collaboratori domestici parte da 636,71 euro mensili per coloro che sono inquadrati nel profilo A (qualifica base) per arrivare fino a 1.387,71 euro mensili per coloro che sono inquadrati nel profilo Super (qualifica più alta). La paga oraria minima, invece, per chi presta la propria collaborazione con contratto a ore oscilla da 4,62 euro a 8,22 euro per il profilo più alto e quindi per coloro che offrono prestazioni maggiormente qualificate.

Si tratta, ovviamente, di minimali retributivi sotto i quali il datore di lavoro non può scendere.