Continua a sollevare polemiche l’obbligo del green pass per accedere a servizi e al luogo di lavoro. L’obbligo vaccinale è ormai una prassi per gli operatori sanitari allo scopo di proteggere gli anziani e i soggetti più fragili.

Ma l’entrata in vigore del green pass sta anche creando non pochi problemi ai datori di lavoro domestici. Chi si avvale di colf e badanti periodicamente comincia a pretendere che gli stessi siano vaccinati. Pena il licenziamento.

Green pass obbligatorio per le badanti

Va da sé che una badante lavorando a stretto contatto con persone non autosufficienti o fragili dovrebbe essere vaccinata.

Tuttavia, al momento non esiste una regolamentazione in proposito essendo finora stato sufficiente seguire le normali regole di igiene e sanificazione.

A differenza che nelle case di riposo, dove il vaccino è obbligatorio, per colf e badanti è tutto lasciato alla libera scelta del datore di lavoro. I no vax ci sono anche fra le badanti e la domanda di lavoro domestico potrebbe subire delle ricadute significative qualora venisse imposto il green pass.

In Italia ci sono circa 2,5 milioni di badanti, di cui il 57,6% è irregolare. La richiesta di green pass rischia infatti di far emergere una buona fetta di lavoro nero che difficilmente potrà essere rimpiazzata con contratti in piena regola.

Rischio licenziamento per giusta causa

E veniamo ora al rischio licenziamento per le badanti che non hanno il green pass. Benché il rapporto di lavoro, sia diverso da quello della generalità dei lavori subordinati, le similitudini sono molte.

In costanza di regolare rapporto di lavoro con versamento dei contributi, il licenziamento da parte del datore di lavoro è sempre possibile e ammissibile per giusta causa. Qualora venisse a mancare il rapporto di fiducia è facoltà del datore di lavoro rescindere il contratto in qualsiasi momento.

In sintesi, non si può licenziare la badante perché non ha il green pass.

Mentre la si può licenziare se questa non ha intenzione di fare il vaccino, con le dovute eccezioni, e quindi col rischio di compromettere gravemente la salute dell’assistito o del datore di lavoro.

Sicché, innanzi ad un fatto così grave da minare la fiducia fra famiglia e badante in modo irreparabile, la strada del licenziamento per giusta causa appare certamente percorribile.