Il fronte dei contrari al reddito di cittadinanza sembrerebbe diventare di giorno in giorno sempre più ampio. Oltre al centro destra, in questi giorni, stanno facendo discutere alcune dichiarazioni di esponenti del centro sinistra. Tanto che, oggi più che mai, sembrerebbe verosimile l’ipotesi dell’abolizione di questo strumento.

Ovviamente, non è ipotizzabile un taglio netto dall’oggi al domani; c’è chi parla di una uscita graduale, o comunque di sostituire il sussidio con strumenti di welfare più efficaci. Ma andiamo per ordine.

Il Reddito di Cittadinanza e il problema dei lavori stagionali.

In questi giorni, ad un convegno organizzato dalla Lega, il ministro del turismo, Massimo Garavaglia, ha dichiarato che “il reddito di cittadinanza ha bisogno di un aggiustamento radicale”. Ed è possibile “pensare a un’uscita graduale da questo regime”.

In Italia, spiega il Ministro, si parla di “350 mila figure mancanti nel settore del turismo, con una disoccupazione del 10 per cento. E’ chiaro che c’è qualcosa che non va”.

Il Leader delle Lega, Matteo Salvini, continua a sostenere la necessità di abolire il Reddito di Cittadinanza e rilancia una vecchia ricetta, ossia quello dei voucher. La motivazione è semplice: il reddito di cittadinanza non crea crescita e sviluppo. Fin dalla sua istituzione, molti imprenditori, soprattutto nel campo del turismo e della ristorazione, lamentano il fatto di non riuscire più a trovare personale adeguato.

Cosa succede nel centro sinistra

Anche alcuni esponenti del centro sinistra stanno esprimendo più di qualche perplessità in merito a questo strumento.

Gianfranco Librandi, di Italia Viva, in questi giorni ha dichiarato che “se oggi il reddito di cittadinanza disincentiva centinaia di migliaia di disoccupati dall’accettare un lavoro stagionale nel settore del turismo, la responsabilità è di chi qualche anno fa ha introdotto questa misura dannosa”.

Infine, qualche malumore inizia ad esserci anche nelle fila del PD, dove il senatore Dario Stefano ha dichiarato che il reddito di cittadinanza, “per come è stato concepito, è una follia”.

Per il senatore, questo strumento “va modificato sostanzialmente nei contenuti, nelle forme e nel funzionamento”.