Manca poco all’arrivo del 2023 e il timore comune è che il nuovo anno possa portare con sé il ritorno della Legge Fornero. Un vero e proprio incubo per molti lavoratori vicini al traguardo della pensione, che rischia così di diventare un miraggio.

Nella realtà dei fatti, però, la pensione a 67 anni sembra essere per molti il male minore.

Ci preoccupiamo della pensione a 67 anni ma non pochi la vedranno a 71 anni compiuti

Gli ultimi dati resi noti dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale hanno messo in luce la scomoda verità sui trattamenti pensionistici mettendo nero su bianco i rischi.

Non stupisce, quindi, che proprio la pensione finisca spesso per diventare un argomento di discussione. Questo sia per via degli importi ritenuti particolarmente bassi sia per i requisiti necessari per accedere al trattamento in questione.

Proprio i requisiti, in effetti, risultano essere particolarmente stringenti, con molti che temono di dover attendere il raggiungimento dei 67 anni di età, così come previsto dalla Legge Fornero, per poter finalmente lasciare il mondo del lavoro. Non pochi, però, si vedranno riconoscere tale trattamento solo al raggiungimento dei 71 anni di età. Ma per quale motivo?

Come funziona il sistema di calcolo contributivo

A partire dal 1996, ricordiamo, è stato introdotto con la riforma Dini il sistema contributivo. Quest’ultimo prevede un sistema di calcolo basato soltanto sul montante contributivo, senza considerare la retribuzione percepita dal soggetto interessato prima di accedere al trattamento pensionistico.

Date le tempistiche, come è facile immaginare, la maggior parte dei lavoratori non rientra più nel sistema misto o retributivo. Questo perché per molti la carriera lavorativa è iniziata dopo il 1996.  Ma quali sono i requisiti richiesti per andare in pensione con il sistema contributivo?

Ebbene, in tal caso è necessario aver raggiunto un’anzianità contributiva di almeno 20 anni per poter richiedere di cessare l’attività lavorativa al raggiungimento del 64esimo anno di età e accedere al trattamento pensionistico.

Ma non solo, per aver diritto a un importo pari a 2,8 volte il trattamento minimo, a oggi ammontante a circa 525 euro, è anche necessario aver versato il primo contributo dopo il 1° gennaio 1996.

Pensione a 71 anni con solo 5 anni di contributi

Nel caso in cui, invece, si siano maturati dei contributi prima del 1996, bisogna comunque attendere il raggiungimento dei 67 anni di età e aver maturato 20 anni di contributi. L’importo da considerare, in questo caso sarà solo di 1,5 volte il trattamento minimo.

Ne consegue, quindi, che se non si rispettano i requisiti poc’anzi citati, non si può andare in pensione all’età di 67 anni. Proprio le persone che si ritrovano in tale situazione, pertanto, rischiano di dover attendere il raggiungimento del 71esimo anno di età.

In quest’ultimo caso, infatti, non sono previsti limiti per quanto concerne la liquidazione della pensione. Ma sono sufficienti cinque anni di contributi, rispetto ai 20 necessari negli altri casi.