Il mio dottore mi diede sei mesi di vita; ma quando non potei pagare il conto, me ne diede altri sei“, affermava Walter Matthau. Un concetto che sembra calzare a pennello con i debiti dei cittadini nei confronti dello Stato. Nel caso in cui una persona non riesca ad adempiere ai propri obblighi nei confronti del Fisco, infatti, può chiedere di pagare a rate.

A tal proposito, ad esempio, l’Agenzia delle Entrate ha fornito delucidazioni su come compilare il modulo per aderire alla pace fiscale. In particolare, stando a quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2023, c’è chi potrà pagare i debiti rottamati in cinque anni.

Ecco chi ha diritto a tale agevolazione e cosa c’è da aspettarsi.

Chi potrà pagare i debiti rottamati in 5 anni se escluso dalla cancellazione

Gli ultimi anni non sono stati positivi. Il Covid prima e l’aumento dei prezzi poi hanno portato delle conseguenze negative sulle nostre vite e in particolare sulle nostre tasche. Molte persone riscontrano delle difficoltà ad arrivare alla fine del mese, finendo per accumulare anche debiti con il Fisco. Un aspetto, quest’ultimo, che desta l’interesse del governo.

Se nessuno pagasse più le tasse, infatti, lo Stato non avrebbe il denaro grazie al quale poter garantire i vari servizi pubblici. Per questo motivo il governo con a capo Giorgia Meloni è pronto ad una nuova tregua fiscale. Entrando nei dettagli, Maurizio Leo, viceministro Mef con delega al fisco, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera ha spiegato:

“Con la tregua fiscale vogliamo instaurare un rapporto non più conflittuale col contribuente e smaltire il magazzino crediti dell’Agenzia delle entrate, che ha raggiunto 1.132 miliardi, di cui solo una minima parte esigibile. Ecco perché cancelliamo le cartelle fino a mille euro notificate fino al 2015, mentre per le altre si dovrà pagare tutto, ma in cinque anni, senza sanzioni, aggi e interessi”.

Manovra 2023: nuova tregua fiscale

Entrando nei dettagli, come si evince dal sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, la rateizzazione fino a cinque anni concerne i pagamenti non effettuati nel 2022.

Il tutto senza aggravio di sanzioni e interessi, in modo tale da fornire un valido aiuto a coloro che non hanno potuto versare le tasse perché alle prese con delle difficoltà economiche. È prevista, invece, una mini sanzione del 3% sui debiti inerenti il biennio 2019-2020. Una tregua fiscale che serve a dare una boccata di ossigeno alle famiglie e alle imprese già duramente colpite dalla crisi finanziaria in corso.