La NASPI la può avere chi involontariamente perde il lavoro. Ad esempio, perché è stato licenziato dall’azienda o perché è scaduto il contratto di lavoro e non è stato rinnovato. Ad ogni modo, quando si percepisce la NASPI è anche possibile accettare un lavoro senza perdere la NASPI stessa. Tuttavia, ciò solo laddove siano rispettati determinati requisiti. E a condizione anche che sia fatta una comunicazione all’INPS sul c.d. reddito presunto.

Ma andiamo con ordine.

Il presupposto della NASPI

La NASPI è una indennità mensile di disoccupazione.

Come detto la può avere chi perde il lavoro non per sua colpa. Il diritto alla percezione non è automatico ma per averlo bisogna fare domanda all’INPS.

Il presupposto della NASPI, dunque, è la perdita “involontaria” del posto di lavoro. Chi la percepisce significa che in quel momento non sta lavorando ma che prima però aveva un lavoro che ha perduto NON per colpa sua.

Questo non significa che durante i mesi in cui si sta percependo la NASPI non si può accettare un nuovo lavoro e senza compromettere la percezione di questa indennità.

Chi accetta un nuovo lavoro

In particolare, chi percepisce la NASPI e accetta un lavoro subordinato da dipendente, non la perde se il reddito che deriva da questo lavoro non supera 8.145 euro lordi all’anno. In tal caso, l’indennità mensile però si riduce.

Laddove, invece, il reddito che deriva dal nuovo lavoro subordinato supera questa soglia, allora la NASPI sarà perduta.

Nel caso in cui durante il periodo di percezione dell’indennità di disoccupazione si percepisce un reddito di lavoro autonomo (ad esempio si ha partita IVA), la NASPI non è compromessa se il reddito derivante da questa attività non superi 4.800 euro annui.

La comunicazione per non perdere la NASPI

Attenzione però alle cause di decadenza. La legge dice che, tra l’altro, decade dalla NASPI chi, durante la percezione:

  • inizia un’attività di lavoro subordinato, di durata superiore a sei mesi o a tempo indeterminato senza comunicare all’INPS il reddito presunto che ne deriva entro il termine di un mese dall’inizio del rapporto di lavoro o dalla data di presentazione della domanda se il rapporto lavorativo era preesistente alla domanda medesima
  • non comunica, entro un mese dalla domanda della NASPI, il reddito annuo che presume di trarre da uno o più rapporti di lavoro subordinato part-time rimasti in essere all’atto di presentazione della domanda di NASpI conseguente alla cessazione di altro rapporto di lavoro di cui era titolare
  • inizia un’attività lavorativa autonoma o parasubordinata senza comunicare all’INPS il reddito annuo presunto entro un mese dal suo inizio o dalla data di presentazione della domanda se l’attività lavorativa autonoma o l’iscrizione alla Gestione Separata era preesistente alla domanda stessa.

L’INPS invita i ritardatari a muoversi

A tal proposito, l’INPS (Messaggio n. 790 del 23 febbraio 2023) ha fatto sapere che per chi non ha fatto tale comunicazione entro lo scorso 31 gennaio 2023, l’indennità è sospesa e che per far ripartire il pagamento occorre fare con urgenza la comunicazione.

Fino a quando la comunicazione non è fatta, l’INPS non pagherà la NASPI.

L’adempimento è da farsi telematicamente attraverso il servizio Naspi-Com disponibile sul sito dell’INPS stesso accessibile nell’area riservata con credenziali SPID, CIE (Carta identità elettronica) o CNS (Carta nazionale servizi).

Senza la comunicazione niente NASPI nel mese di marzo 2023.