Per il diritto alla pensione con Quota 41 è necessario avere almeno 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età (c.d. lavoratori precoci). Oltre questo requisito è necessario:

  • trovarsi in determinate condizioni indicate dalla legge (tra cui, ad esempio aver svolto lavori usuranti)
  • e maturare, entro il 31 dicembre 2026, 41 anni di contributi.

Solo il verificarsi, congiuntamente, delle citate condizioni permette il pensionamento con quota 41.

Per quota 41 il lavoratore deve essere “precoce”

Il primo requisito per la pensione con quota 41, dunque, è essere un lavoratore “precoce”.

Questo significa, come già detto, avere almeno 12 mesi di contributi prima del compimento del 19° anno di età.

Poi è altresì necessario trovarsi in una delle condizioni indicate specificamente dal legislatore (sono le stesse che permettono l’accesso ad Ape social). Tra queste condizioni, rientra, quella di aver svolto attività particolarmente faticose e pesanti (c.d. lavori usuranti) per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di attività lavorativa, ovvero, per almeno 6 anni negli ultimi 7 anni di attività lavorativa.

Chi sono i lavoratori gravosi

Sono esempi di lavoratori gravosi per Quota 41:

  • operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici
  • conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni
  • conciatori di pelli e di pellicce
  • conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante
  • conduttori di mezzi pesanti e camion
  • personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni
  • addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza
  • facchini, addetti allo spostamento merci ed assimilati
  • personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia
  • operatori ecologici ed altri raccoglitori e separatori di rifiuti
  • ecc.

Ultimo requisito è quello di aver maturato, entro il 31 dicembre 2026, un’anzianità contributiva di 41 anni.