Adottare un cane può valerne la pena. Anzi, fa bene al portafoglio. A Rose, piccolo comune in provincia di Cosenza, l’amministrazione comunale ha deciso di incentivare l’adozione di animali domestici, soprattutto cani custoditi presso il canile municipale, promuovendo una campagna di sconti sulla TARI. Una misura che si inserisce nel programma lanciato tempo fa dalle associazioni animaliste con lo slogan “più affetto meno tasse”.

Adottare un cane per non pagare la TARI

Stando a quanto deciso dall’amministrazione comunale, chi adotterà animali domestici che provengono dal canile municipale avrà diritto a uno sconto sulla tassa rifiuti fino a 250 euro.

La misura è stata adottata anche per sgravare i costi di mantenimento degli animali abbandonati sull’amministrazione comunale che deve gestire il canile municipale. Si tratta di un incentivo temporaneo della durata di 4 anni, ma che potrebbe diventare definitivo se produrrà effetti positivi sia sulle casse comunali sia per quanto riguarda la protezione e la cura degli animali. Misura, del resto, non singolare, visto che altri comuni del Sud in passato l’avevano adottata. A Caltanisetta, ad esempio, lo sconto arriva fino a 300 euro, mentre a Bisceglie vale il 70% della TARI fino a un massimo di 500 euro. Mentre a Palermo è stato deliberato un “bonus cani” da 126.000 euro.

Lo sconto sulla TARI

Sono, tuttavia, in molti a domandarsi se l’incentivo economico sulla TARI produrrà gli effetti desiderati. Vero che si sgrava il comune dalle spese di gestione dei canili, spesso affidati in gestione a cooperative, ma è altrettanto vero che bisognerà riconoscere ai proprietari dei cani adottati uno sconto sulla TARI non indifferente. E se tutti adottano un cane, nessuno pagherà più le tasse. Col rischio che, poi, i cani sporchino le strade, i parchi, i giardini o i marciapiedi pubblici, quindi andando ad aggravare il lavoro di nettezza urbana  e pulizia aree verdi le cui spese vengono appunto coperte dall’incasso della TARI dei Comuni.

Pare un controsenso. Ma c’è dell’altro.

Contro lo spopolamento del Sud, si adottano cani anziché figli

Oggi – commentano alcuni lettori – si arriva a proporre misure incentivanti per adottare cani e gatti, anziché promuovere l’adozione di figli. Il che sembra assurdo in un Paese affetto da invecchiamento della popolazione e crollo delle nascite. E questo avviene in una regione, il Sud Italia, e in un piccolo comune del cosentino affetto da spopolamento e che lo Stato, attraverso la legge sul rimpatrio dei pensionati nei comuni con meno di 20.000 abitanti (flat tax al 7%), sta cercando di ripopolare. Insomma, ben vengano le adozioni dei cani del canile municipale per amore degli animali, ma che le amministrazioni pubbliche destinino le già esigue risorse economiche a scopi più impellenti – osservano alcuni contribuenti locali -. Anche perché di questo passo ci sarà il rischio, fra qualche anno, di ritrovarsi piccoli paesi infestati da cani e gatti, senza più bambini che giocano e corrono per le strade.