“Sul reddito di cittadinanza decideranno gli italiani con un referendum. Raccoglieremo le 500 mila firme necessarie, sfruttando l’importante novità di poter avere le firme online grazie al sistema pubblico di identità digitale (spid)”. Queste sono state le parole che Matteo Renzi pronunciava il 12 agosto 2021, a Riva del Garda, durante la presentazione del suo ultimo libro “Contro Corrente”. Sono già passati alcuni mesi da quelle dichiarazioni, ma, ad oggi, del referendum per l’abolizione del Reddito di Cittadinanza non se ne sente più parlare.

Ma per quale motivo? Ecco cosa è successo.

Referendum per l’abrogazione del Reddito di Cittadinanza

Il referendum per l’abolizione del reddito di cittadinanza proposto dall’ormai ex primo ministro Matteo Renzi è stato un vero e proprio flop. Ad oggi, infatti, una proposta di referendum in tal senso non esiste nemmeno.

Il primo passo per poter avviare un procedimento di referendum è quello di depositare presso la corte di cassazione il quesito referendario entro il 30 settembre. Questo procedimento, ad oggi, non è stato mai avviato.

Fonti di Italia Viva, secondo quanto riportato da “lanotiziagiornale.it”, hanno sostanzialmente dichiarato che “Per quest’anno non era più possibile fare in tempo per i referendum di primavera”, ma, allo stesso tempo, promettono di riprovarci in futuro. Un futuro, probabilmente, non così vicino. L’eventuale consultazione sul Reddito di cittadinanza, a questo punto, potrebbe svolgersi nel 2023, anno in cui sono in programma le elezioni Politiche. Staremo a vedere quali saranno gli sviluppi di questa vicenda.

 

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