Anche Confartigianato scende in capo al fianco delle imprese edili, chiedendo un confronto immediato con l’Amministratore delegato di Poste Italiane. S.p.A., Del Fante, dopo la decisone dell’istituto di accettare solo crediti provenienti da prima cessione (vedi Cessione credito a Poste: porte chiuse agli intermediari e tempi più lunghi per i soldi) e dopo aver ridotto il plafond di crediti cedibili ad un massimo di 150.000 euro, a fronte dei precedenti 500.000 euro.

Cessione crediti, il rifiuto della pratiche da Poste

L’improvvisa decisione da parte di Poste di restringere così drasticamente il perimetro della cessione credito in ambito bonus edili, non ha consentito alle aziende una adeguata riprogrammazione della propria attività, magari verso altri operatori intermediari.

Con pratiche rifiutate (anche quelle che erano già caricare prima delle novità introdotte dal decreto contro le frodi) e strozzate da inattese esigenze di liquidità, le imprese rischiano di veder compromessa la propria attività.

Questa la dura denuncia di Confartigianato, nella parole del suo Presidente, Marco Granelli.

L’invito alla retromarcia

Le imprese impegnate ad effettuare lavori ammessi ai bonus casa, oggi si trovano impossibilitate a smobilizzare la liquidità necessaria, non potendo più contare sulla possibilità di cessione credito a Poste.

Infatti, accettando, l’istituto, solo quei crediti provenienti da prime cessioni (ossia fatte direttamente dal committente i lavori), significa che le aziende sono completamente tagliate fuori. Se queste non trovano altri interlocutori disposti all’acquisizione, potranno contare sulla sola possibilità di utilizzo in compensazione.

Serve un immediato confronto per riconsiderare le decisioni in merito alla gestione del crediti fiscali e costruire processi rigorosi di verifica e controllo, al fine di realizzare un sistema che metta al riparo imprese e intermediari dai rischi connessi a possibili truffe.

Così conclude Granelli.

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