Il Testo Unico del pubblico impiego prevede una stretta sui controlli del certificato medico di malattia: lavoratori, sia provati che pubblici, e dottori rischiano multe e carcere. Oltre all’istituzione di un polo unico per le visite fiscali per il settore pubblico (con il passaggio di competenza dall’Asl all’Inps), è stato previsto che il dipendente della PA che userà un certificato medico di malattia falso subirà una multa da 400 a 1600 euro e rischierà inoltre da uno a 5 anni di carcere.

La stessa pena sarà applicata anche al medico o a chiunque concorra alla commissione del reato.

Altre disposizioni del Testo Unico del pubblico impiego riguardano i licenziamenti disciplinari per violazioni del codice di comportamento e le sanzioni in caso di scarso rendimento.

Come ha sottolineato nei giorni scorsi Boeri, la stretta sui controlli serve a tutelare in primis i lavoratori onesti, che sono la maggior parte. Nel corso del 2015 il 64% dei dipendenti non si è assentato per malattia e del 36% che lo ha fatto solo un terzo rientra nella categoria dei furbetti (con l’unica eccezione della Calabria in cui la percentuale è risultata essere di gran lunga superiore).

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