Regole più stringenti in arrivo per le aziende che useranno la cassa integrazione. Il governo ha previsto con la legge finanziaria 2021 l’estensione della Cig per le imprese in difficoltà a causa Covid-19.

Un nuovo decreto legge dovrà redistribuire le risorse avanzate per la cassa integrazione allargando la rete di protezione fino alla fine dell’anno prevedendo altre 18 settimane (almeno per ora) nel 2021. Quindi nuovi aiuti economici per chi è in difficoltà.

Ma come sappiamo, molte aziende fremono per poter tornare a licenziare.

Fino al 31 dicembre 2020 è vietato per legge, ma dal prossimo anno ripartiranno i licenziamenti bloccati dalla pandemia perché la produzione in generale è crollata e la maggior parte dei settori non è in grado di sostenere costi per la manodopera.

Licenziamenti vietati per chi ricorre alla Cig

Così, si sta pensando a un meccanismo, peraltro già previsto per quest’anno, che impedisca i licenziamenti a quelle imprese che faranno ricorso alla Cig. Detto così, sembra una semplice equazione, ma di fatto ci sono molti punti interrogativi ancora da risolvere.

Al momento la regola è che non può licenziare chi potrebbe usare la cassa integrazione, perché ha ancora ore a disposizione. Ma la regola futura sarà molto più stringente. E cioè non potrà licenziare solo chi sta effettivamente usando la cassa integrazione ma anche chi intende utilizzarla.

E del resto fare diversamente sarebbe un comportamento singolare, visto che prima di mandare via un dipendente conviene comunque aspettare trasferendone il costo allo Stato. Il punto è dove mettere lo spartiacque, da che giorno si passa dalla regola più protettiva a quella più selettiva.

Licenziamenti o cassa integrazione

L’idea iniziale del governo era quella di arrivare fino alla fine dell’anno. Come ha precisato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi

Abbiamo introdotto il divieto di licenziamenti. Adesso, con l’estensione della cassa integrazione al 31 dicembre, prorogheremo fine a fine anno la Cig. Stiamo valutando, insieme ai sindacati, delle modalità per garantire nella fase di emergenza una tutela, ma tutte le imprese che utilizzeranno la cassa Covid non potranno licenziare“.

I sindacati, però, premono per arrivare fino a marzo, ipotizzando che allora saremo ancora nei guai. Confindustria tira dalla parte opposta, il blocco lo vorrebbe togliere il prima possibile perché lo considera anche un blocco delle assunzioni.

Nelle ultime ore il governo pare orientato ad arrivare fino alla fine di gennaio, che al momento è anche la data di scadenza per lo stato d’emergenza legato alla pandemia. Lo stesso ministro Gualtieri ha detto che “c’è un confronto in corso“. Ma non ci sono ancora certezze. Presto ci sarà un nuovo incontro con i sindacati che servirà proprio a discutere la questione.

Inps: da inizio pandemia erogate 20 milioni di prestazioni Cig

L’Inps, da inizio pandemia Covid-19, ha erogato un totale di circa 20 milioni di prestazioni di cassa integrazione, in particolare 12 in modo diretto e 8 a conguaglio dopo anticipo delle aziende, a beneficio di 6,5 milioni di lavoratori.

Inoltre, in questi mesi l’Istituto ha erogato 4,1 milioni di bonus autonomi partite Iva, 1,15 milioni di bonus e congedi alla famiglia, 212.000 bonus domestici, 600.000 Rem ad altrettanti nuclei familiari e ha sostenuto un incremento del 25% di accessi al reddito di cittadinanza, servendo in totale ad oggi, solo per azioni di sostegno da emergenza Covid, circa 14,3 milioni di cittadini.

L’Inps, pur a fronte di tale enorme sforzo in atto di cui hanno beneficiato milioni di persone – sottolinea un comunicato – sta adottando ogni possibile azione per dare soluzione ad ogni singolo caso di coloro che ancora devono ricevere alcune prestazioni e si trovano in oggettive difficoltà.

Per questo obiettivo l’Inps non sta sprecando né un giorno né un minuto, pur essendo cosciente che i problemi possono essere legati a cause plurime, spesso non ascrivibili alla volontà dell’Istituto e dei suoi uffici, in particolare per la Cig, come Iban sbagliati, codici fiscali errati, comunicazione difficile con alcune aziende rispetto al procedimento.