Con l’emergenza Covid la cassa integrazione è stato uno degli argomenti più discussi negli ultimi mesi: la pandemia ha portato a galla quelle che molti hanno definito delle vere e proprie falle del sistema, così da spingere il Governo – ora che le acque si sono un po’ calmate – a ripensare al sistema degli ammortizzatori sociali. Anche per questo motivo la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha annunciato recentemente che una nuova riforma cig è attualmente al vaglio dell’Esecutivo. Novità importanti infatti sono in arrivo, soprattutto per gli autonomi e le partite Iva.

Nuova riforma cig: l’annuncio della ministra Catalfo

Un sistema previdenziale che sia più inclusivo e che sia in grado di tutelare diverse categorie di lavoratori, così la Catalfo ha presentato la nuova riforma cig. In un’intervista rilasciata a Radio anch’io, la ministra ha dichiarato:

“La prima tappa della riforma è garantire un sistema assicurativo universale e differenziato, cioè che copra tutti e differenziato sulla base delle caratteristiche dell’azienda”.

Un altro obiettivo della riforma, ha poi specificato, è quello di garantire assistenza a dipendenti e aziende in difficoltà puntando al potenziamento dei programmi di riqualificazione. Questo per rendere meno difficile l’inserimento professionale di tutti quei lavoratori che, una volta chiusa l’impresa o società per la quale hanno lavorato, si trovano da un momento all’altro senza impiego.

Riforma cig, novità per partite Iva e autonomi

La riforma cig non riguarderà solo i lavoratori assunti con contratto di lavoro subordinato (ovvero i dipendenti) ma, stando a quanto annunciato dalla Catalfo durante il suo intervento in radio, si estenderà anche ad altre categorie, arrivando a coinvolgere partite Iva e autonomi. Come affermato, pare si voglia puntare a garantire a queste categorie un periodo di cassa integrazione a loro spese compreso tra i 12 e i 18 mesi (punto quest’ultimo ancora da valutare).

Non è esclusa, inoltre, l’abrogazione della cig in deroga, che tra ritardi e criticità ha dato non pochi problemi durante l’emergenza Covid. Adesso l’obiettivo sarebbe quello di procedere verso una cassa integrazione unica per tutti, ma differenziata per categorie e aziende, in modo tale da tenere conto della situazione in cui le varie realtà si trovano e allo stesso tempo tutelare aziende e dipendenti.

Cassa integrazione: cosa potrebbe cambiare dopo la riforma

Le principali novità in arrivo con la riforma cig, comunque, non si esauriscono qui. Come riportato da Il Sole 24 Ore, infatti, una commissione di tecnici sarebbe al lavoro per abrogare anche il Fondo di Integrazione Salariale. Addio quindi a cassa integrazione in deroga e al FIS, mentre resterebbero confermate la cig ordinaria e straordinaria, con l’introduzione di una nuova causale per la prima, ovvero: “calamità naturali e stati di emergenza dichiarati con Dpcm” .

Infine, con la riforma si vorrebbe introdurre un importo minima cig, tale da garantire ai beneficiari una retribuzione che sia almeno pari all’assegno sociale o al reddito di cittadinanza, alzando il tetto di indennità che oggi è uguale al 80%.