Il Cashback non può diventare una misura strutturale, per quale motivo? L’obiettivo del cashback non era il premio in denaro in senso stretto, ma abituare le persone ai pagamenti digitali. In certa misura, tale scopo, secondo le ultime dichiarazioni del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, è stato raggiunto. Adesso, i cittadini difficilmente si disabitueranno e ritorneranno ad utilizzare i contanti come unico mezzo di pagamento. La misura, dunque, potrebbe non avere più ragion di esistere.

Bonus Cashback, perché il governo potrebbe fare un passo indietro

Secondo diverse indiscrezioni, il bonus Cashback dovrebbe ritornare già a partire dal primo gennaio del 2022, ma con alcune modifiche sostanziali e con premi meno generosi rispetto al passato.

Per maggiori informazioni si legga: Di quanto sarà il Bonus Cashback 2022: si parla di premi più ricchi ma è vero?

Ad ogni modo, una recente dichiarazione del ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, sembrerebbe smorzare gli entusiasmi degli ultimi giorni.

Il ministro ha spigato che il cashback “è stato uno strumento molto importante per i pagamenti elettronici che facilitano il contenimento dell’evasione”.

“Bisogna fare un’analisi costi e benefici”, e aggiunge: “non la vedrei come una misura strutturale: nel momento che abbiamo spinto le persone verso il mondo digitale, ci si resta, difficilmente si torna indietro. Bisogna vedere se un altro periodo di utilizzo possa essere utile”.

In effetti, come già detto in apertura, lo scopo del cashback è quello di abituare le persone ad utilizzare mezzi di pagamento alternativi al contante. Una volta che i cittadini prendono fiducia verso questi strumenti, l’incentivo economico non ha più ragion d’esistere.

Ci si chiede a questo punto se rivedremo il bonus Cashback già a partire dal 1° gennaio del prossimo anno. Ovviamente, vi terremo aggiornati sugli sviluppi di questa vicenda.

 

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