La Corte dei conti, in data 20 aprile 2021, ha pubblicato la “Memoria sul documento di economia e finanza 2021”, dove esprimere le proprie valutazioni economiche in un contesto generale ancora fortemente influenzato dall’emergenza sanitaria del coronavirus e dalle relative politiche di contenimento adottate dal nostro Paese.
Il report è stato pubblicato a pochi giorni dalla presentazione della versione definitiva del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destinato a influenzare profondamente la politica di bilancio dei prossimi anni.
All’interno del report trova spazio anche una sintetica analisi delle due misure del piano cashless: il cashback e la lotteria degli scontrini.

A tal riguardo, la corte dei conti parla di alcuni possibili correttivi che permetterebbero di rendere più efficienti questi due strumenti. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Cashback i miglioramenti chiesti dalla corte dei conti

Come appena detto, la Corte dei Conti, nel suo report, Memoria sul documento di economia e finanza 2021”, si è espressa anche in merito alle due misure del piano cashless: cashback e lotteria degli scontrini.
La corte dei conti, si legge nel documento, condivide le finalità del “bonus cahnback” e della “lotteria degli scontrini”: strumenti volti a incentivare i pagamenti elettronici nelle transazioni che interessano il consumatore finale, ma gli stessi potrebbero essere migliorati.
In particolare, viene chiesto di concentrare l’uso di questi strumenti solamente sugli acquisti di beni e servizi di modico valore, per i quali sono più probabili fenomeni di occultamento.

“Essendo necessario evitare la dispersione di risorse con l’incentivazione di operazioni in settori ove non si registrano significativi fenomeni di omessa contabilizzazione dei corrispettivi o nei quali il pagamento mediante carte di debito o di credito è da tempo invalso nell’uso. Al contrario, le incentivazioni dei pagamenti elettronici andrebbero concentrate relativamente agli acquisti di beni e servizi di modico valore o per i quali sono più probabili fenomeni di occultamento”.

In altre parole, la Corte dei Conti chiede di concentrare l’uso di questi due strumenti solamente sugli acquisti di basso valore, dove l’evasione è più presente.

 

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