La pensione per le casalinghe è una forma di assicurazione poco conosciuta. Nata nel 1997 con l’istituzione di apposito Fondo gestito dall’Inps, vede oggi la partecipazione di migliaia di lavoratrici dedite alle faccende domestiche.

L’iscrizione al Fondo Casalinghe è gratuita e aperta ai lavoratori di entrambi i sessi che non risultano occupati in altre attività o non siano già in pensione. L’iscrizione è semplice e può essere fatta gratuitamente online tramite sito Inps a partire dai 16 anni.

Come funziona la pensione per le casalinghe

Ma come funziona la pensione per le casalinghe e quanto bisogna versare? La prestazione che viene assicurata dal Inps è essenzialmente una pensione di vecchiaia.

 Può essere richiesta a partire dai 57 anni di età. Esistono poi casi particolari per cui è riconosciuta anche la pensione di inabilità.

Il requisito minimo contributivo per ottenere la pensione è quello di aver versato almeno 5 anni di contributi. Bisogna poi rispettare un altro limite che è quello legato all’importo minimo che non deve essere inferiore a quello previsto per l’assegno sociale (503,27 euro al mese) maggiorato del 20%. Quindi, minimo 603,92 euro.

Detto limite però sparisce se la pensione è richiesta dopo i 65 anni di età. In questo caso bastano 5 anni di contributi versati al Fondo casalinghe. Per lo svolgimento dell’attività domestica è anche necessario iscriversi all’Inail.

Contributi da versare e importo della rendita

Per quanto riguarda i contributi da versare vi è la libera scelta da parte dell’assicurato. Esiste comunque un importo minimo che è pari a 25,82 euro al mese per avere diritto a un mese corrispondente di pensione.

Più si versa, ovviamente, maggiori mesi di pensione si otterranno al momento opportuno. Quindi, alla fine del periodo dei versamenti effettuati, l’Inps farà i calcoli di quanti mesi di pensione spetteranno alla casalinga assicurata.

Per calcolare ciò, l’Inps dividerà il montante contributivo per 25,82 euro.

Pertanto, chi versa 25,82 euro al mese otterrà un mese di pensione, chi ne verserà il doppio due mesi e così via. Ricordiamo che il minimo stabilito dalla legge è di 60 mesi di versamenti, cioè 5 anni.

Per quanto riguarda l’ammontare dell’assegno, il calcolo è abbastanza semplice: si prende il montante contributivo, opportunamente rivalutato, e si applica il coefficiente di rivalutazione corrispondente all’età anagrafica della casalinga. Il sistema di calcolo è contributivo.

Ad esempio, una lavoratrice che abbia versato 100 euro al mese per 20 anni, al netto della rivalutazione, si ritroverebbe un montante di 24 mila euro. A 65 anni di età corrisponderebbe a una pensione di 1.526 euro all’anno (circa 127 euro al mese).