“Tutto quello che ho, l’ho ereditato. Ha fatto tutto mio nonno. Devo tutto al diritto di proprietà e al diritto di successione, io vi ho aggiunto il dovere della responsabilità“, affermava Gianni Agnelli. Quando si ricevono dei beni in eredità, in effetti, non è sufficiente accettare di avere tale lascito. È bensì necessario comportarsi nel modo più consono e responsabile possibile, al fine di rendere onore alla persona deceduta.

La scomparsa di una persona cara, purtroppo, porta a dover affrontare un dolore davvero molto grande.

Dopo aver trascorso buona parte della propria vita assieme, d’altronde, non è facile accettare di non poter più condividere gioie e dolore con una persona che amiamo. Oltre al legame affettivo, però, si deve fare i conti con alcuni adempimenti burocratici che non possono essere rinviati.

Tra questi si annovera l’eredità che spesso si rivela essere fonte di problemi e discussioni. Non solo dal punto di vista della divisione dei beni tra i vari soggetti aventi diritto, ma anche per quel che concerne il rapporto con il Fisco. Quando si riceve un immobile in eredità, infatti, si devono pagare delle tasse. Ecco di quali si tratta.

Casa ricevuta in eredità, quali sono le tasse pagare?

Una persona che riceve un immobile in eredità deve presentare la dichiarazione di successione che attesta il passaggio definitivo della proprietà del bene stesso. Tale dichiarazione deve essere presentata entro dodici mesi dalla morte del de cuius ed è fondamentale perché serve a determinare l’importo delle imposte di successione. Quest’ultimo differisce in base al numero di eredi e al rapporto di parentela con il defunto. Entrando nei dettagli, come riportato sul sito dell’Agenzia delle Entrate, le aliquote e le franchigie per l’imposta sulle successioni e donazioni sono le seguenti:

  • 4%, per i trasferimenti effettuati in favore del coniuge o di parenti in linea retta (ascendenti e discendenti) da applicare sul valore complessivo netto eccedente, per ciascun beneficiario, la quota di 1 milione di euro;

  • 6%, per i trasferimenti in favore di fratelli o sorelle da applicare sul valore complessivo netto eccedente, per ciascun beneficiario, 100.000 euro;

  • 6%, per i trasferimenti in favore di altri parenti fino al quarto grado, degli affini in linea collaterale fino al terzo grado, da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di alcuna franchigia;

  • 8%, per i trasferimenti in favore di tutti gli altri soggetti da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di alcuna franchigia“.

Oltre all’imposta di successione si devono pagare l’imposta ipotecaria e quella catastale.

L’aliquota dell’imposta ipotecaria è pari al 2% del valore dell’immobile ereditato, mentre quella dell’imposta catastale è pari all’1%.