Abito in zona periferica, all’interno di una palazzina edificata circa 15 anni fa. Non riesco a capire se rientro tra le zone in cui è possibile chiedere il bonus facciata del 90% al posto del bonus ristrutturazione del 50%. L’Agenzia delle Entrate non mi risponde in via ufficiale ma solo verbalmente, rimandando al Comune la competenza. Agli uffici comunali mi rimandano alle Entrate. Uno scarica barile che evidentemente, presumo, dipende anche dal fatto che si tratta di una novità e nessuno sa ancora bene come usare il bonus facciate. Come mi devo muovere per non perdere la detrazione importante sui lavori dell’esterno dell’edificio?

Il bonus facciata prevede un’applicazione a zone. Non tutte le periferie sono incluse, come abbiamo già avuto modo di vedere.

Più nello specifico hanno diritto al bonus facciata le zone A e B. Lo prevede il comma 219 della manovra (legge 160/2019) che riserva espressamente il bonus facciate agli edifici ubicati nelle zone A o B previste dai piani regolatori, in base alla classificazione contenuta nel decreto del ministero dei Lavori pubblici 1444/1968. Sono invece escluse le zone C (a bassa densità abitativa).

Ma nel dubbio sul proprio indirizzo di residenza di chi è la competenza? A chi chiedere in quale zona si rientra?

In effetti dipende dal piano regolatore del Comune. Da considerare che parliamo di un documento pubblico (spesso lo si trova anche online). Se non è accessibile in rete, la consultazione va eventualmente richiesta all’assessorato all’urbanistica. Nella richiesta andrebbe preferibilmente specificata l’esigenza di stabilire la zona della propria abitazione ai fini del riconoscimento del bonus facciate.