Cartelle esattoriali stralciate di punto in bianco. 16 milioni di atti non saranno più notificati e saranno condonati dallo Stato. Così ha deciso il governo Draghi per sfoltire l’arretrato dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Un condono vero e proprio che – secondo il governo – consentirà al fisco di ripartire senza la zavorra di un magazzino di cartelle esattoriali i cui importi non sarebbero più recuperabili. In tutto si stima un mancato gettito per le casse dello Stato di oltre 650 milioni di euro.

Cartelle esattoriali stralciate fino a 5.000 euro

Un regalo ai furbetti delle tasse e agli evasori? Da un certo punti di vista sembrerebbe di sì visto che si stralciano cartelle esattoriali fino a 5.000 euro. Nella pratica, però, bisogna occorre ammettere che lo Stato non sarebbe in grado di recuperare che una piccolissima parte degli importi evasi.

La sanatoria riguarda infatti multe che risalgono a oltre 10 anni fa e che finora lo Stato, per inefficienza, non è riuscito a recuperare. Impensabile che riesca a farlo negli anni a venire. I costi amministrativi e legali, in ogni caso, superano i benefici.

Inoltre, si tratta di vecchie cartelle esattoriali emesse fra il 2000 e 2010, che verranno cancellate solo per chi ha un reddito Irpef sotto i 30 mila euro riferito al 2020. Quindi  non per tutti. L’Agenzia delle Entrate Riscossione riscontrerà in automatico tale limite di reddito e agirà di conseguenza.

Stralcio debiti, un regalo agli evasori

La disposizione contenuta nel decreto Sostegni ha sollevato molte polemiche fra i vari partiti. Alla fine si è convenuto di porre un limite di reddito per addolcire una pillola che resta comunque amara per chi le tasse le paga regolarmente.

Continuare a parlare di lotta all’evasione fiscale e poi vedere che il governo con tratto di penna cancella milioni di cartelle esattoriali è uno schiaffo morale per i contribuenti onesti.

Contribuenti che avranno in futuro l’onere di coprire la mancata riscossione per milioni euro. Causa l’inefficienza di una macchina tributaria che sembra funzionare bene solo per alcuni, ma non per tutti.

Se fosse solo una questione di numeri e di smaltimento di arretrato che impedisce di far ripartire l’azione fiscale bloccata dall’emergenza sanitaria – dicono i rappresentanti dei consumatori – che ben venga. Ma sappiamo che non sarà così. I condoni sono ormai entrati nelle abitudini di un apparato burocratico e amministrativo che non funziona o non si vuol far funzionare.

Castelli, riformare riscossione

Sulla pulizia del magazzino fiscale (cartelle esattoriali) bisogna fermare le fake news che qualcuno usa per dire che ha vinto, e altri per dire che si tratta di un condono. L’ideologia, su certi temi, andrebbe messa da parte. Lo scrive sui social Laura Castelli, vice ministro dell’Economia, aggiungendo che

quello che serve lo ha spiegato bene il direttore dell’Agenzia delle Entrate nel corso di una recente audizione in Parlamento. E lo ha osservato, nel parere reso al Recovery, la Commissione Finanze della Camera che ha invitato la Commissione di merito a provvedere alla revisione del cosiddetto magazzino fiscale dell’Agenzia delle entrate, procedendo, laddove opportuno, alla totale o parziale cancellazione dei crediti fiscali inesigibili, pari attualmente al 91% del totale dei crediti da riscuotere, consentendo all’Agenzia di concentrare le proprie attività sulla porzione di crediti fiscali effettivamente esigibili”.

Pulizia del magazzino fiscale – precisa Castelli – vuol dire stralciare le posizioni relative a crediti inesigibili. Di queste il

  • 15% fa capo a soggetti falliti,
  • 13% a soggetti deceduti o ditte cessate,
  • 13% a nullatenenti (anagrafe tributaria negativa)
  • 45% a contribuenti sottoposti ad azione cautelare\esecutiva.

E su molte di queste posizioni le norme a tutela del contribuente (come l’impignorabilità della prima casa), inibiscono o limitano le azioni di recupero.

E’ necessario dare la possibilità all’agente della riscossione di concentrarsi sui crediti esigibili. Ad oggi, infatti, per i contribuenti che non estinguono il debito a seguito della notifica della cartella o dell’avviso, è necessario avviare le attività di recupero all’interno di un quadro normativo che si presenta macchinoso ed impone lo svolgimento di attività pressoché indistinte per tutte le tipologie di credito iscritte a ruolo, non potendo modulare l’azione di recupero secondo principi di efficienza ed efficacia. E questo condiziona la possibilità di migliorare i risultati di riscossione.