Il 2017 sarà un anno cruciale per chi ha debiti con il Fisco: il decreto fiscale ha programmato per il primo luglio la chiusura di Equitalia e ha confermato la sanatoria delle cartelle. In questa fase molti contribuenti stanno dunque valutando se aderire alla rottamazione. Ci sono però molte cartelle che in ogni caso non andrebbero pagate.

Sanatoria cartelle Equitalia: pro e contro

Partiamo da una premessa: quando conviene la sanatoria delle cartelle Equitalia? Grazie a questa definizione agevolata i contribuenti, facendo domanda entro il 31 marzo 2017, potrebbero evitare di pagare le sanzioni e gli interessi di mora.

Il pagamento dell’oggetto della cartella invece dovrà essere saldato in non più di 5 rate, di cui 3 nel 2017 (il 70% del debito) e 2 nel 2018. Diciamo quindi che il tempo per pagare il debito è ridotto. La sanatoria si applica a tutti i debiti, a ruolo o con ingiunzioni da esattori diversi da Equitalia, maturati tra il 2000 ed il 2016. Se il debito è da pagare in ogni caso la sanatoria può essere un’agevolazione non indifferente. Ma se non era da pagare?

Cartelle Equitalia, quali sono nulle

A tal proposito ricordiamo che è nulla se non è stata preceduta da un atto che ne annunciasse l’arrivo: solo per le imposte sui rifiuti la cartella è il primo atto che viene recapitato ai contribuenti, per tutti gli altri tributi, come per il Bollo auto, prima di Equitalia, deve arrivare avviso delle Regioni.

Attenzione perché facendo domanda di sanatoria si sanano in automatico tutti i vizi e si riconoscono i debiti.

Sanatoria Equitalia: chi aderisce rinuncia alla difesa