Quanto costa il Canone RAI? La risposta è semplice: 90 euro all’anno, suddivisi in 10 rate da 9 euro ciascuna. O meglio, considerando che il canone viene riscosso tramite gli operatori di fornitura di energia elettrica, le compagnie addebitano l’importo su base bimestrale in concomitanza con l’emissione della fattura della luce, quindi 18 euro a bimestre per un totale di 90 euro ripartiti su cinque fatture nel corso dell’anno di competenza.

Pagamento canone RAI in bolletta elettrica

A differenza che in passato, quando il canone RAI in ambito familiare veniva pagato tramite bollettino postale generalmente in unica soluzione ad inizio anno e l’importo superava i 113 euro, oggi il balzello viene riscosso in maniera quasi indolore in bolletta elettrica e costa meno alle tasche dei contribuenti.

In questo modo si sono messe a tacere (non definitivamente) le numerose polemiche sul pagamento dell’abbonamento TV, una delle tasse più odiate dagli italiani, che ogni anno venivano sollevate quando veniva il momento di tirar fuori di botto più di 113 euro per il canone RAI.

Pagamento canone RAI tramite modello F24

Come recita la vecchia legge del 1938, “il Canone TV Ordinario riguarda la detenzione nell’ambito familiare (abitazione privata) di uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radio televisive”. Questo può essere pagato anche a mezzo versamento tramite compilazione del modello F24 qualora l’abbonato non è titolare di utenza elettrica o per i cittadini la fornitura di energia elettrica avviene nell’ambito delle reti non interconnesse con la rete di trasmissione nazionale. In questo caso il versamento dovrà essere eseguito in unica soluzione entro il 31 gennaio di ogni anno o in pagamenti semestrali o trimestrali con versamento della prima rata sempre il 31 gennaio.

Evasione crollata ai minimi storici

Da quando la riscossione del canone RAI è stata introdotta in bolletta elettrica e contestualmente sono calati i costi per gli abbonati, il tasso di evasione è crollato a meno del 6%.

Il dato è riferito al 2017, ma – secondo stime più aggiornate – nel 2018 dovrebbe essere sceso al 2%. Mentre prima della riforma il tasso di evasione del canone RAI era superiore al 30% e i costi di recupero per la TV di Stato erano altresì elevati. Oggi, quindi, il bilancio della RAI può tranquillamente sorridere con introiti che sforano i 2 miliardi di euro al lordo delle trattenute e delle imposte.

La proposta di abolizione del canone RAI

In base ai calcoli su 100 euro incassati tramite il canone in bolletta elettrica, 82,77 vanno direttamente alla Rai, il resto allo Stato. Ciò nonostante si discute ancora animosamente di abolire definitivamente il balzello cercando di compensare i mancati introiti con maggiori inserzioni pubblicitarie, al pari delle TV private, come vorrebbe il M5S. La proposta a firma di Maria Laura Paxia (alla Camera) e di Gianluigi Paragone (al Senato) prevede, in sostanza, di reperire le coperture per circa 2 miliardi di euro all’anno, non più dalle tasche dei singoli contribuenti, ma dalle inserzioni pubblicitarie delle concessionarie, al pari delle Tv private. In tal senso, basterebbe modificare la legge che disciplina il tetto della pubblicità sui canali RAI per raccogliere maggiore pubblicità e quindi coprire i tagli derivanti dall’abolizione del canone Rai. Oggi la trasmissione dei messaggi pubblicitari è limitata rispetto alle Televisioni private commerciali e non può eccedere il 4 per cento dell’orario settimanale di programmazione ed il 12 per cento di ogni ora.