Titolari di partita IVA in esercizio di impresa stanno ricevendo in questi giorni lettere spedite da viale Mazzini aventi ad oggetto comunicazioni in merito al canone Rai 2019 speciale per imprese. Il plico contiene tre fogli: che cosa bisogna fare? Vediamone insieme il contenuto.

Canone Rai Speciale 2019 per partita IVA: chi riceve la lettera

Nel primo foglio della missiva vengono riepilogati i riferimenti legislativi (l’obbligo del pagamento di un canone speciale a chiunque detenga, fuori dall’ambito familiare, uno o più apparecchi atti o adattabili – quindi muniti di sintonizzatore – alla ricezione delle trasmissioni televisive, indipendentemente dall’uso al quale gli stessi vengono adibiti) e l’importo da pagare;

Il secondo foglio contiene il bollettino postale precompilato con la richiesta dell’importo da pagare (euro 407,35 per il canone televisivo e euro 29,94 per il canone radio);

Il terzo foglio, quello che a molti destinatari è sembrato più strano, è una sorta di questionario in cui viene chiesto al contribuente di specificare nuovamente dati di cui la banca dati Rai dovrebbe già disporre e che il contribuente già comunica in fase di dichiarazione dei redditi (come peraltro viene ricordato al primo foglio).

Ricordiamo, infatti, che i contribuenti titolari di partita IVA in regime di impresa sono tenuti a selezionare nella sezione «altri dati» del frontespizio della dichiarazione dei redditi una delle tre opzioni:

  • 1 – Detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni radio;
  • 2 – Detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni radio televisive:
  • 3 – Non detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni radio televisive.

Se hai ricevuto la lettera e non hai ancora provveduto al pagamento del canone Rai speciale dovuto per l’attività di impresa nell’anno 2019, puoi farlo usando appunto il bollettino contenuto nel secondo foglio.

I primi due fogli, quindi, appaiono inutili perché non aggiungono niente di nuovo a quello che il contribuente dovrebbe già sapere e appaiono, tutto al più, come un promemoria sui controlli e le sanzioni per chi non paga il canone.
Più perplessi lascia il terzo foglio: il questionario che, non si comprende bene a quale titolo, la Rai chiede di inviare indietro tramite lettera semplice.
Anche in questo caso le informazioni (pagamenti canone Rai passati, eventuale aggiornamento dell’indirizzo dell’abbonamento, dichiarazione di non possesso TV etc) dovrebbero già essere tutte in possesso dell’azienda di viale Mazzini. Viene da chiedersi se valeva veramente la pena spendere i soldi pubblici per queste comunicazioni cartacee. Già in passato qualcuno aveva ravvisato addirittura il tentativo di estorsione in certe richieste di pagamento del canone Rai per aziende.