Quali sono i rischi se si cambia l’assegno altrui? Bisogna prestare massima attenzione quando qualcuno ci chiede il “piacere” di cambiargli un assegno e di incassarlo al posto suo.

Dietro un’operazione così banale si potrebbero nascondere parecchie insidie tra cui un’incriminazione vera e propria per riciclaggio.

Fatta questa premessa vediamo in questa guida di Investire Oggi quali sono i rischi derivanti dal cambio di un assegno altrui.

Cambio assegno altrui: quali sono le conseguenze?

Per prima cosa devi sapere che il versamento di un assegno altrui viene registrato a nome di chi si presenta in banca per svolgere quella determinata operazione.

In caso di accertamento tributario o antiriciclaggio ci dovrà essere una valida causale che giustifichi l’operazione di incasso di un assegno altrui.

In caso contrario, le autorità preposte al controllo presuppongono che c’è stata una violazione delle norme antiriciclaggio, specialmente se una delle parti coinvolte è un titolare di Partita IVA.

Incassare l’assegno altrui è rischioso: lo stesso potrebbe essere chiamato dall’Amministrazione finanziaria a rendere conto dell’operazione e potrebbe essere costretto a spiegare per quali ragioni non ha riportato nella propria dichiarazione dei redditi le somme ricevute.

Potrebbero scattare severe sanzioni di natura penale, previste, se non fosse possibile giustificare validamente la provenienza e la destinazione delle stesse somme ricevute dopo aver incassato l’assegno.

I proventi incassati potrebbero derivare da reato e si potrebbe essere chiamati a rispondere del delitto di riciclaggio, il quale è punito con la reclusione da 4 a 12 anni.

Cambio assegno in contanti: è possibile?

Fino al 31 dicembre 2021 la normativa vigente vieta i pagamenti in contanti di importo pari o superiore a 2.000 euro ed inibisce di trasferire somme quando l’ammontare supera questa soglia.

Assegno in bianco: è vietato?

La normativa vigente vieta l’utilizzo di assegni non trasferibili o senza l’indicazione del beneficiario perché sono assimilabili a un titolo al portatore, pagabile a vista a chi lo presenta all’incasso.

È vietato emettere assegni senza l’indicazione del beneficiario, cioè assegni “in bianco”.

L’apposizione della clausola di non trasferibilità e del nome del beneficiario sono accorgimenti che assicurano la tracciabilità della transazione e limitano le possibilità di riciclaggio.

Limiti pagamento con assegni: sanzioni

Chi emette o negozia assegni privi della clausola di non trasferibilità rischia la sanzione pecuniaria da 3.000 a 50.000 euro, a prescindere dall’importo del titolo.