Quando si conclude un rapporto di lavoro ogni dipendente subordinato ha diritto a percepire il TFR.

Trattamento di Fine rapporto, liquidazione, trattamento di fine servizio, buonuscita, comunque si voglia chiamare è l’erogazione di una somma di denaro che il datore di lavoro ha accantonato per conto del proprio dipendente.

Il Tfr spetta sia in caso di licenziamento, sia in caso di chiusura del contratto, ma anche in caso di dimissioni o di pensionamento.

Tfr: come si calcola la somma netta?

Per calcolare l’importo netto del Tfr occorre essere in possesso di tutte le buste paga attraverso le quali sarà possibile calcolare il Tfr lordo, ricordandosi però che la somma che si percepirà sarà inferiore, poichè il Tfr percepito dal lavoratore è quello netto.

Per prima cosa dalla busta paga bisogna calcolare le quote di accantonamento, ossia la somma che il datore di lavoro ha accantonato per il dipendente. Se la quota di accantonamento non è specificata può essere calcolata annualmente seguendo questa formula:

somma di tutte le retribuzioni lorde dell’anno/13,5.

A questo punto non serve altro che sommare tutte le quote di accantonamento annuali per sapere quello che sarà il TFR lordo come somma degli accantonamenti rivalutati.

Dal TFR lordo al TFR netto

Per ottenere il TFR netto bisognerà applicare al TFR lordo la tassazione. Il principio generale prevede che per rispettare i principi di equità fiscale, il reddito del TFR, prodotto in più anni, non venga tassato con le aliquote di riferimento nell’anno di incasso, bensì con un’aliquota media.

Per passare dal TFR lordo a quello Netto bisogna quindi prendere in considerazione gli anni di anzianità di servizio  e le aliquote Irpef relative agli anni in oggetto.

Il TFR netto si calcolerà moltiplicando il TFR lordo per un parametro fisso, il numero 12, il risultato andrà diviso per gli anni di servizio.

A questo punto si calcolerà l’aliquota Irpef utilizzando il sistema di tassazione con aliquote e scaglioni previsti dalla normativa vigente.