In questi giorni cittadini e professionisti intermediari sono alle prese con il calcolo Tasi 2015 in vista della scadenza del 16 giugno 2015. Una procedura che può sembrare semplice laddove si applicano le aliquote dello scorso anno ma che non è esente da alcune situazioni particolari. Ci sono infatti variabili che possono presentarsi durante l’anno e che possono incidere sulla destinazione d’uso dell’immobile o sui diritti di proprietà.

Calcolo Tasi sui mesi di possesso: casi particolari

La regola prevista per l’Imu, relativamente al calcolo dell’imposta sulla base dei mesi di possesso, fa scattare il pagamento quando il possesso si è protratto per almeno quindici giorni.

Nel caso di compravendita avvenuta il primo aprile ad esempio la Tasi viene suddivisa in base ai mesi di possesso dei due proprietari.   Come comportarsi quindi quando l’eventuale compravendita è avvenuta proprio il 15 del mese (o anche il 16 per mesi che contano 31 giorni)? Si configura un caso paradossale in cui entrambi i proprietari sarebbero teoricamente, secondo il principio di cui sopra, tenuti al pagamento della Tasi. L’empasse si supera addebitando il mese al soggetto passivo per il quale il possesso si è protratto per il numero maggiore di giorni.

Cambio destinazione d’uso: calcolo Tasi

Se durante l’anno cambia la destinazione dell’immobile rispetto all’anno precedente (ad esempio un’abitazione principale nel 2014 che nel 2015 smette di esserlo) come bisogna comportarsi in merito al calcolo dell’imposta dovuta? In tali casi l’aliquota resta la stessa ma applicata alla nuova fattispecie, quindi nel caso di cui sopra seconda casa e non più abitazione principale.

Variazione rendita catastale e calcolo Tasi

La rendita catastale su cui viene effettuato il calcolo della Tasi è quella entrata in vigore il primo gennaio 2015. Eventuali variazioni avvenute in seguito quindi non rilevano quest’anno ma per la Tasi 2016.