Tornano a crescere le pensioni complementari. Dopo un 2020 caratterizzato da una profonda crisi a causa dello scoppio del Covid, il 2021 evidenzia segnali di ripresa per le pensioni integrative.

Lo dimostrano i dati diffusi dalla Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip). Nel primo semestre del 2021 la previdenza complementare ha raccolto 5,9 miliardi di contributi, l’8,7% in più rispetto allo stesso periodo del 2020.

Pensioni complementari in crescita

Al 30 giugno 2021, le forme pensionistiche complementari attive erano 9,48 milioni, in crescita di 138 mila unità. In percentuale si tratta del 1,5 per cento in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Più nel dettaglio, le posizioni nei fondi negoziali sono aumentati di 49 mila unità per un totale complessivo di 3,31 milioni. Oltre la metà dell’incremento riguarda i lavoratori del settore edile (circa 17 mila), i lavoratori di commercio e servizi (5.500) e pubblico impiego (4.600).

Riguardo alle masse gestite, nel primo semestre 2021 sono stati raccolti 5,9 miliardi di euro, l’8,7% in più rispetto al 30 giugno 2020. La crescita riguarda tutte le forme pensionistiche, con variazioni che vanno dal 6,5 per cento dei fondi negoziali, al 10 per cento dei PIP fino al 13,2 per cento dei fondi aperti.

I rendimenti dei fondi pensione

La spinta alle sottoscrizioni della previdenza complementare è stata data soprattutto dai rendimenti che i fondi pensione hanno regalato finora. I fondi pensione hanno reso negli ultimi sei mesi fra il 2,7% e 3,9% con punte del 6,6% per i Pip di ramo III, grazie alla spinta del mercato azionario.

Rendimenti che scendono se si valutano le performance al netto dei costi di gestione e in un arco temporale più lungo. Nell’arco di 10 anni, ad esempio, il rendimento medio composto è stato:

  • 3,7% per cento per i fondi negoziali,
  • 3,9% per i fondi aperti,
  • 3,8% per i Pip di ramo III
  • 2,3% per cento per le gestioni di ramo I.

I corsi azionari hanno contribuito alla crescita dei rendimenti essendo una buona parte dei fondi composta da strumenti azionari.

Il recupero dei corsi delle piazze azionarie mondiale ha quindi fatto sì che i rendimento potessero battere quelli offerti dal TFR (1,9%).