“Se si abbassano gli stipendi della gente questa compra di meno, e se compra di meno le aziende stesse vendono di meno, e se vendono di meno non solo non assumeranno nessuno, ma licenziano anche”, afferma Paolo Barnard. Un’affermazione che rispecchia appieno la realtà del mondo del lavoro e che sottolinea come quest’ultimo sia importante per la crescita economica di una società.

Soltanto in presenza di stipendi più alti, infatti, le persone potranno acquistare più prodotti e servizi, permettendo allo stesso tempo alle aziende di investire i soldi guadagnati nelle proprie attività.

Un circolo vizioso, che porta inevitabilmente ogni lavoratore ad attendere con impazienza ogni mese lo stipendio che si rivela essere una delle principali fonti di entrate di denaro.

Proprio soffermandosi sulla busta paga, molti lavoratori nel corso del 2023 potranno beneficiare di una retribuzione più alta rispetto a quella percepita nel corso dell’anno appena concluso. Ma per quale motivo e chi ne ha diritto? Ecco cosa c’è da aspettarsi.

Gennaio più ricco grazie alle festività

Innanzitutto molti lavoratori avranno una busta paga più alta già a partire dal mese di gennaio. Questo grazie all’arrivo, con l’inizio del nuovo anno, di importanti bonus sullo stipendio, ma anche per alcune festività non godute. Tra queste si annovera il bonus in busta paga per Capodanno. Il 1° gennaio 2023, infatti, è caduto di domenica e per questo motivo il datore di lavoro deve riconoscere un aumento in busta paga perché considerato come un festivo non goduto.

In genere tale aumento è pari ad 1/26esimo della retribuzione. A definire l’importo esatto di tale incremento, però, sono i contratti collettivi nazionali di riferimento. Vi sono, inoltre, molti lavoratori che otterranno una busta paga più ricca nel caso in cui abbiano lavorato il 6 gennaio. In tal caso, infatti, si ha diritto a una maggiorazione perché considerato giorno festivo.

Busta paga 2023: ecco gli aumenti previsti e come funziona

Nel 2023 le buste paga saranno più alte grazie all’incremento del taglio del cuneo fiscale. Entrando nei dettagli i lavoratori che percepiscono meno di 25 mila euro all’anno si vedranno riconoscere uno sgravio contributivo del 3%. Quest’ultimo porta con sé aumenti pari a massimo 19 euro. Fino a dicembre 2022, si ricorda, tale sgravio era pari al 2%.

Bonus in arrivo per i dipendenti pubblici. Quest’ultimi si vedranno riconoscere un aumento pari all’1,5% dello stipendio mensile come forma di compensazione per il mancato rinnovo dei contratti. Sia nel caso del taglio del cuneo fiscale che del bonus dipendenti pubblici, gli aumenti saranno, molto probabilmente, riconosciuti a partire da febbraio o marzo, con tanto di arretrati. Si resta in attesa di un’apposita circolare attuativa.

Per finire, in seguito al mancato accordo sul contratto del lavoro domestico, si registrerà un aumento di retribuzione per colf, badanti e baby sitter. Quest’ultimi si vedranno riconoscere da 109 euro a 145 euro in più al mese. Stando a quanto previsto dalla Legge di Bilancio, così come riportato sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, inoltre, è prevista “Per i dipendenti aliquota al 5% per premi di produttività fino a 3.000 euro“. Tali premi vengono riconosciuti volontariamente dal datore di lavoro. Quest’ultimo, infatti, non ha alcun obbligo di erogarli.