Gli italiani preferiscono utilizzare i buoni pasto al supermercato per fare la spesa, in sostituzione del contante.

Secondo un’indagine della Repas Lunch Coupon, società italiana che da oltre 30 fornisce buoni pasto, il 63% usa i buoni pasto nei supermercati in sostituzione del contante. Inoltre, l’indagine precisa che nel 75% dei casi riscontrati, i dipendenti hanno meno di un’ora a disposizione per la pausa pranzo.

Circa il 40,7% dei lavoratori preferisce portarsi il pasto da casa e per circa il 70% degli stessi lavoratori, la pausa pranzo rappresenta un momento di socializzazione con i colleghi.

Particolare attenzione ha la pausa caffè che per il lavoratore italiano rappresenta una tradizione e viene privilegiato il consumo al bar piuttosto che dalla macchinetta automatica.

Cambiano le regole

I buoni pasto sono riconosciuti ai lavoratori sia assunti a tempo pieno sia a part-time, anche nel caso in cui l’orario non preveda la pausa pranzo. Questo diritto è esteso anche ai lavoratori subordinati e per quelli che hanno un rapporto di collaborazione aziendale.

I tickets sono nominativi e non possono essere ceduti; secondo la nuova normativa devono essere utilizzati solo in alcuni esercizi: mense aziendali, bar, agriturismi, supermercati, ma solo esclusivamente per l’acquisto di cibi e bevande. Per maggiori informazioni leggi l’articolo: Il 9 settembre cambiano le regole, tutte le novità

E’ possibile usarli in agriturismo?

Un lettore ci pone il quesito se può utilizzare i buoni pasto in agriturismo in sostituzione del contante, anche se non è in pausa pranzo. La Redazione risponde con quest’articolo: Posso usare i buoni pasto in agriturismo anche se non sono in pausa lavoro? | La Redazione risponde