Sul rischio buco pensioni: quanto costa passare da quota 100 a quota 41? Perché per la misura sperimentale triennale di pensionamento anticipato, rappresentata proprio da quota 100, è scattato il conto alla rovescia. Dall’1 gennaio del 2022, infatti, la quota 100 sarà infatti accessibile solo a tutti coloro che avranno maturato i requisiti di accesso alla misura alla data del 31 dicembre del 2021.

In altre parole, i requisiti di pensionamento anticipato dal prossimo anno saranno, anzi torneranno ad essere quelli della tanto temuta riforma Fornero. Ma c’è da attendersi che il Governo italiano istituisca nuovi meccanismi di uscita anticipata dal lavoro.

Ma a quale prezzo? Per esempio, proprio sul buco pensioni, quanto costerebbe passare dalla quota 100 alla quota 41?

Allarme buco pensioni: quanto costa passare da quota 100 a quota 41?

Al riguardo secondo ‘IlSole24Ore’, citando la relazione annuale 2020 dell’INPS, per tale passaggio a livello finanziario servirebbero subito ben 4,3 miliardi di euro. Che poi salirebbero a più del doppio a regime, e precisamente a 9,2 miliardi di euro alla fine di un ipotetico percorso decennale di istituzione della quota 41. Con il buco pensioni che da virtuale potrebbe di conseguenza diventare reale.

La quota 41 è detta così in quanto si tratta di un meccanismo di pensionamento anticipato che permette di ritirarsi dal lavoro con 41 anni di contribuiti e senza vincoli di età da rispettare. Con la quota 41 che, tra l’altro, rientra nel pacchetto di proposte di riforma delle pensioni proposto dai sindacati. Al netto proprio del rischio buco pensioni.

Perché quota 41 pensioni rischia davvero di saltare

Nonostante le forti pressioni dei sindacati su quota 41, in realtà il Governo italiano deve infatti fare i conti con il contenimento della spesa previdenziale. Per evitare proprio il buco pensioni dato che, tra il 2000 ed il 2020, la spesa a carico dello stato per pagare le prestazioni previdenziali è aumentata del 2,8%.

Ragion per cui l’eventuale introduzione di quota 41 dovrebbe passare attraverso dei vincoli.

Finalizzati proprio al contenimento dei costi. Vincoli che, per esempio, potrebbero essere modulati con delle penalizzazioni crescenti sull’assegno al diminuire dell’età di chi vuole ritirarsi dal lavoro. Avendo maturato proprio i 41 anni di anzianità contributiva.