Chi da bambino non ha dovuto fare i conti con il vicino antipatico che minacciava di bucare il pallone come punizione per gli schiamazzi? Vero è che in condominio vanno rispettati gli orari per il riposo e le regole di una civile convivenza ma un conto è il rimprovero, un conto è pensare di potersi fare giustizia da soli bucando addirittura il pallone per fermare il gioco in cortile. In alcuni casi questo costituisce perfino reato. Può sembrare strano ma alcune discussioni nate per il rumore dei bambini che giocano in cortile sono finite in tribunale.

Come si orientano i giudici in questi casi?

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Bucare il pallone ai bambini è violenza privata?

In quali casi, se il condomino buca il pallone ai bambini perché esasperato dagli schiamazzi, si configura il reato di violenza privata? Questa fattispecie ricorre quando qualcuno, usando la violenza, imponga ad un altro di tenere un certo comportamento o gli proibisca di agire secondo la sua volontà. Affinché ci sia la condanna per violenza privata però non basta l’atto in sé di bucare il pallone: occorre altresì che l’azione violenta sia tale da limitare la libertà dei bambini che appunto giocavano con il pallone. In altre parole il gesto deve essere tale da incidere sulla volontà dei bambini di proseguire con l’azione di gioco. Se, a titolo di esempio, i bambini riprendono a giocare con un altro pallone o ad un altro gioco altrettanto rumoroso, dimostrano di non essere stati intimoriti dall’azione.
Diverso è il caso in cui il condomino minacci continuamente e reiteratamente i bambini che giocano in cortile di bucare il pallone tanto da farli intimorire e inibire. In questo caso, si manifesta un animo persecutorio che, come tale, ha rilevanza penale.

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