Flavio Briatore torna a parlare (e a far parlare di sé): ospita di Cartabianca l’imprenditore ha detto la sua sul mondo del lavoro a 360 gradi. Ecco le dichiarazioni che più hanno suscitato polemiche sul lavoro dei giovani, delle donne e degli over 50enni: una ricetta per tutto da chi “lavora per hobby”.

Perché i giovani non dovrebbero laurearsi: per Briatore meglio fare l’idraulico o il cameriere

Già qualche tempo fa Briatore aveva spiegato a modo suo che non tutti dovrebbero fare l’università: in Italia i giovani vogliono diventare avvocati per status ma il risultato è che ci sono troppi laureati in giurisprudenza senza lavoro.

In tv Briatore ora ha ribadito la sua opinione, spiegando perché, potendo scegliere, consiglierebbe a suo figlio di non fare l’università: “Credo che ci voglia un’educazione di base, fino al liceo, poi però devi capire dove ci sono le opportunità. In Italia c’è il più alto tasso di non lavoro per i laureati, qui la gente pensa che la laurea sia il passpartout per lavorare, ma i ragazzi che fanno l’università non fanno pratica: qui non è come negli USA o in Germania in cui fai dei veri stage in azienda, qui lo fai come un cazzeggio di 3 o 4 giorni per riempire una casella. Lo dicono i dati, non io. I laureati fuori dall’Italia hanno sicuramente più possibilità. Ai ragazzi di adesso dico: valutate se perdere 5 o 6 anni, se fossi in voi non farei l’università, io non l’ho fatta. Mio figlio fino a 14 anni farà le scuole medie, poi farà un liceo fuori dall’Italia e dopo vorrei che a 19 anni cominciasse a lavorare: poi vedremo se è bravo a mantenere, diminuire o aumentare il patrimonio di famiglia. Se volesse fare l’avvocato proverei a non farglielo fare. Nel mio gruppo lavorano ragazzi che hanno iniziato come camerieri e adesso guadagnano molto più degli avvocati”.

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Quello che manca ai giovani, in molti casi, è lo spirito di sacrificio: “E’ ridicolo parlare del sacrificio di andare fuori casa: ma cosa vuol dire? Che vorrebbero andare a mangiare gli spaghetti con la nonna e la mamma tutte le domeniche? Chi ha le pal*e va fuori casa – accusa Flavio Briatore – Quando sento che è così difficile esser lontano da casa per un ragazzo di 25 anni penso che sia incredibile. Negli Stati Uniti i ragazzi a 16-17 anni lasciano le famiglie e cercano di trovare una strada loro”.

Nei 50enni che cercano lavoro invece l’imprenditore può trovare esperienza e professionalità: “le persone di 50 o 60 anni hanno una grande esperienza e dovrebbero essere inseriti nella società perché possono essere d’esempio a tutti quanti. Gente di questa età, come la mia, ha l’esperienza per poter aiutare gli altri e dovrebbe fare dei lavori che siano d’aiuto a tutti quanti”.

Donne e lavoro: i chiarimenti di Briatore dopo le polemiche

Prevedibile che il discorso finisse anche sull’argomento donne e lavoro, dopo le polemiche recenti che hanno fatto seguito alle ultime dichiarazioni (leggi qui che cosa aveva detto Briatore sulle donne che devono lavorare): Briatore ha respinto ogni accusa di maschilismo “devo dire che nel mio gruppo ho una cinquantina di ragazze a livello manageriali, inoltre la direttrice finanziaria è una donna: le donne sono più precise e noi le abbiamo sempre messe nei punti chiave. In passato ho fatto delle provocazioni, ma parlavo di Montecarlo e degli ambienti in cui le donne non fanno niente per tutto il giorno. Invece con una donna che lavora puoi avere un tipo di colloquio diverso quando arrivi a casa, capisce i tuoi problemi e il tuo nervosismo.

Le donne che lavorano con noi le paghiamo anche di più perché noi ragioniamo per meritocrazia, non ci sono differenze di salario fra uomo e donna, quello che conta è la bravura. Attualmente in tutto abbiamo circa 1250 dipendenti, fatturiamo circa 80 milioni di euro”.

Stipendi troppo tassati: vivere con 1300 euro è impossibile

E a proposito di stipendi l’intervento di Briatore si chiude con una riflessione che ha portato uno strascico di nuove polemiche. “In generale guadagnano troppo poco, non so come facciano, invece nel mio gruppo diamo come stipendio minimo 2000 euro al mese. L’errore è che il dipendente italiano prende poco e l’imprenditore paga troppo: per dare uno stipendio di 1500 euro nette l’imprenditore paga quasi 3500 euro, gran parte dei quali vanno in tasse allo Stato. Invece, sarebbe più logico dare 2500 euro ai dipendenti e solo 500 euro allo Stato, che tanto li butta via comunque: buttarne via 1000 o 500 non cambia niente”.

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