E’ boom di assunzioni nei primi due mesi del 2022 in Italia. L’attenuarsi delle restrizioni causate dalla pandemia ha ridato slancio al mercato del lavoro. Ma il trend è destinato a durare poco.

La guerra in Ucraina e l’esplosione dei prezzi energetici con il violento ritorno all’inflazione stanno mettendo a repentaglio la ripresa. Di conseguenza anche le assunzioni stanno subendo un rallentamento, nonostante molte grandi aziende, come le Ferrovie dello Stato sono alla ricerca di nuove figure.

Boom di assunzioni a inizio 2022

Nel dettaglio, complessivamente le assunzioni, riferite ai soli datori di lavoro privati, nel corso dei primi due mesi del 2022 sono state 1.208.

000. Registrando una forte crescita rispetto alle 863.000 dello stesso periodo dell’anno precedente.

Le cessazioni nel complesso sono state 943.000, in aumento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (+46%). Il saldo positivo è, dunque, di 265mila contratti di lavoro. Lo ha reso noto l’Inps. L’aumento delle assunzioni – riferisce l’Inps – ha interessato tutte le tipologie di contratto che nel dettaglio sono:

  • assunzioni intermittenti +64%,
  • stagionali +45%,
  • a tempo indeterminato e in apprendistato +44%,
  • in somministrazione +37%
  • a tempo determinato +35%.

I dati vanno, però, analizzati con riferimento alla dinamica della pandemia da Covid-19, particolarmente significativa nei primi mesi del 2021.

In aumento i contratti a tempo indeterminato

Grazie agli incentivi contributivi, sono aumentate le assunzioni con  trasformazione dei contratti di lavoro da tempo determinato. Secondo i dati Inps, nei mesi di gennaio-febbraio del 2022 sono state 135.000, in aumento del 64% rispetto allo stesso periodo del 2021.

Anche per le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo si registra una dinamica positiva (21.000, +14% rispetto all’anno precedente).

Si evidenzia così un trend del mercato del lavoro che ha ripreso a salire anche grazie alla forte ripresa in risposta alla fine dei lockdown. Resta da capire quanto potrà durare ancora questa tendenza in conseguenza della crisi energetica derivante dalla guerra in Ucraina.