Sentir nominare di questi tempi il bonus stufa a pellet dovrebbe essere più che normale. Ciò che non è normale è che siamo in autunno ma solo sulla carta. Gli esperti per adesso non parlano dell’arrivo del freddo. Anzi in questo mese di ottobre 2022 stiamo assistendo a qualcosa di impensabile. Temperature che, in alcuni posti d’Italia, raggiungono i 30 gradi. Gente che va ancora in spiaggia a prendere il sole e a tuffarsi nelle acquee cristalline del nostro bel Paese.

Il mese di novembre che arriva promette anch’esso bene, salvo improvvisi cambi di tendenza di questi cicloni che vanno e vengono e che modificano continuamente la loro entità.

Insomma, una fortuna anche per le nostre tasche. Più si prolunga il caldo più in là si presenterà l’esigenza di accendere i riscaldamenti in casa. Per chi ha pensato di sostituire la stufa a pellet può ancora aspettare per sostenere la spesa. Anche se prima o poi questo inverno arriverà.

Per contro l’anomalo clima fuori stagione non fa di certo bene all’ambiente e all’ecosistema in generale. I ghiacciai che si sciolgono e gli animali vedono stravolgere il loro habitat (molti di loro a causa di queste alte temperature non sono nemmeno ancora andati in letargo).
Meglio il pellet o il metano?

Oggi scegliere di installare nella propria abitazione una stufa a pellet o di sostituire quella già esistente è una scelta che non si fa più con tanto coraggio rispetto a prima. Il prezzo del pellet è alle stelle e questa modalità di riscaldamento non porta più gli stessi vantaggi, in termini di risparmio sui costi.

Un sacco di pellet da 15 kg arriva a costare anche oltre 13 euro. Questo significa che per chi, in media, consuma due sacche al giorno, occorrono 26 euro ogni giornata solo per riscaldare la casa. Un prezzo quasi triplicato se si pensa che fino al 2021, un buon sacco era sui 5 euro al massimo.

Chissà che non convenga riscaldarsi con i termosifoni. Anche se pure il metano (che serve alla caldaia) è a prezzi esorbitanti.

Il bonus stufa a pellet

Ad ogni modo, laddove si dovesse scegliere di installare o sostituire una stufa a pellet resta ferma la possibilità di godere, sulle spese sostenute, della relativa detrazione fiscale. In dettaglio, è possibile scegliere tra tre tipi di bonus stufa a pellet (alternativi e non cumulabili tra di loro):

  • Bonus ristrutturazione (detrazione IRPEF 50%) se l’acquisto si inserisce in un più ampio interventi edilizio di ristrutturazione della casa (ad esempio rifacimento dei tramezzi e dell’impianto idraulico e si acquista anche la stufa)
  • Ecobonus ordinario (detrazione IRPEF 65%). In questo caso l’istallazione della stufa a pellet deve portare un risparmio energetico (rientrando entro determinati parametri di legge)
  • Bonus 110%, laddove l’acquisto e l’installazione sono realizzati congiuntamente ai c.d. lavori trainanti ammessi al110 (ad esempio il cappoto termico).

Come godere dell’agevolazione fiscale

Il beneficio fiscale è ammesso per le spese relative all’acquisto ed all’installazione. Fuori, invece, dal bonus stufa a pellet le spese per la manutenzione (sia ordinaria che straordinaria). Quindi, ad esempio, non può rientrare nel beneficio la spesa sostenuta per la sostituzione di un pezzo della stufa già presente in casa.

L’agevolazione, ricordiamo, si sostanzia in una detrazione fiscale in dichiarazione redditi da spalmare in 10 quote annuali di pari importo (se si sceglie il bonus ristrutturazione o ecobonus ordinario) oppure in 5 quote annuali di pari importo se trattasi di 110% (le quote scendo a 4 se le spese sono sostenute dal 2022). Possibile optare per sconto in fattura o cessione del credito.

Inoltre è sempre necessario che la spesa risulti pagata con bonifico c.d. parlante, ossia quello da cui risultino

  • la causale di versamento
  • codice fiscale del beneficiario del bonus
  • dati fiscali del beneficiario del pagamento.