C’è bonus e bonus. Non tutti sono uguali e, soprattutto, non tutti garantiscono quanto promettono. Non per difetti di fabbrica o per disonestà ma per problematiche strutturali che, alla lunga, rischiano di creare imprevisti cortocircuiti. In primis nella pazienza dei contribuenti che li utilizzano. E, in secondo luogo, per chi si trova a doverli gestire. Il Superbonus rappresenta l’esempio per eccellenza: istituito, fermato, rivisto, aggiornato, bloccato in una delle sue componenti essenziali e, infine, addirittura rimasto in sospeso in termini di finanziamenti.

L’imponenza dei lavori che riguardava, apparentemente, rendeva conveniente ricevere un apporto come la detrazione al 110%. Tuttavia, tenendo conto degli stessi fattori, la possibilità che il tutto finisse in modo diametralmente opposto rispetto a quanto ci si aspettasse era piuttosto concreta. Alcuni bonus, semplicemente, sono stati rimossi. Oppure migliorati. È il caso del Bonus facciate, spesso confuso con il 110% ma, di fatto, rimpiazzato da un più semplice Bonus ristrutturazione dal 50% di detrazione. Il tutto per i prossimi tre anni.

Bonus ristrutturazione: come funziona

In sostanza, per tutti coloro che dovessero intervenire sulla propria abitazione per lavori di ristrutturazione, sarà possibile agire fino al 2024. Laddove con questo termine si intende il rifacimento di bagni, sostituzione di infissi e altri interventi diretti all’interno della propria abitazione. Per la spesa sostenuta, si andrà a beneficiare di una detrazione Irpef su un limite massimo di spesa pari a 48 mila euro per ogni unità immobiliare. Detrazione che sarà goduta in 10 quote annuali di importo costante. Un intervento quindi piuttosto consistente. Dal risanamento alla manutenzione straordinaria di ogni singola unità immobiliare può essere estratta una detrazione sostanziale. Il che consente un beneficio di fatto pari al vecchio Bonus facciate, ma con la possibilità di sfruttare il tutto per interventi domestici. Attenzione però, perché solamente i condomini potranno sfruttare tutti i 48 mila euro anche per lavori di manutenzione ordinaria su parti comuni.

Il conteggio dei massimali di spesa avverrà sommando le quote spettanti a ogni unità immobiliare.

Doppia possibilità

Un’altra novità interessante riguarda la considerazione delle spese agevolabili, nelle quali verrà compresa anche quella relativa all’abbattimento delle barriere architettoniche. L’intento di tali interventi sarà la realizzazione di ambienti consoni a un residente con disabilità o limitate capacità di movimento. Inoltre, rientreranno nel novero agevolativo anche la realizzazione di autorimesse e posti auto pertinenziali. Il tutto sulla base di una semplice richiesta tramite inserimento delle spese nel modello 730 nel momento in cui sarà presentata la dichiarazione dei redditi. Questo qualora si opti per la detrazione di imposta da scontare in dieci anni. In caso si scelga di trasformare la detrazione in credito d’imposta, si opererà una cessione del credito a tutti gli effetti. In questo modo, ai beneficiari del Bonus ristrutturazione verrà applicato direttamente uno sconto in fattura.