In attesa della prossima manovra fiscale, ritenuta la più importante manovra espansiva degli ultimi decenni, che permetterà una rimodulazione delle aliquote Irpef e, quindi, un alleggerimento della pressione fiscale, soprattutto per le fasce di contribuenti con redditi medio – bassi, è stato da poco pubblicato in gazzetta ufficiale il Decreto che prevede il superamento del cosiddetto “Bonus Renzi”.

In sostanza, a partire da luglio 2020, esso sarà aumentato per alcune fasce di reddito di lavoratori dipendente e allargato ad una platea più ampia di contribuenti.

Attenzione, come evidenziato da “Lavoce.info”, in alcuni casi, il nuovo bonus non incentiva a lavorare di più, tra bonus decrescenti e aliquote marginali crescenti, non si avrà più alcun vantaggio nel fare delle ore di straordinari.

Nuovo Bonus Renzi

A partire 1° luglio 2020, entreranno in vigore le nuove agevolazioni fiscali, inserite nella nuova Legge di Bilancio, per tutti i lavoratori subordinati.

Questa misura, sostanzialmente, consiste in un nuovo bonus in busta paga, in base al reddito annuo percepito.

In particolare:

  • Il bonus di 80 euro aumenterà a 100 euro mensili per chi ha un reddito annuo fino a 26.600 euro lordi;
  • Coloro che percepiscono un reddito da 26.600 euro a 28 mila euro, beneficeranno, per la prima volta, di un incremento di 100 euro al mese in busta paga;
  • Per i redditi a partire da 28 mila euro, si introduce invece una detrazione fiscale equivalente che decresce fino ad arrivare al valore di 80 euro in corrispondenza di un reddito di 35 mila euro lordi.
  • Per redditi superiori a 35 mila euro lordi l’importo del beneficio continua a decrescere fino ad azzerarsi al raggiungimento dei 40 mila euro di reddito.

In alcuni casi non conviene fare gli straordinari

In poche parole, gli straordinari, ovviamente permettono di percepire un maggior reddito, ma, allo stesso tempo, in alcuni casi, aumenta la cosiddetta aliquota marginale e diminuisce il bonus. Fattori, quest’ultimi, che si traducono in un disincentivo a lavorare di più.

Già perché, in alcuni casi, il reddito incrementale netto risulta nullo o quasi.

Pensiamo, ad esempio, a coloro che percepiscono un reddito compreso tra i 35 mila euro e i 40 mila euro, per essi l’aliquota marginale arriva fino al 61% decisamente superiore alla massima aliquota attualmente prevista dal nostro sistema tributario.

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