Il bonus 110%, misura tanto voluta dal M5s, è costata alle casse dello Stato, dalla sua introduzione ad oggi, già 38,7 miliardi di euro. Parliamo della metà della spesa annua di istruzione (che viaggia sui 70 miliardi di euro annui).

Il M5s continua a premere per una proroga del beneficio e sull’alleggerimento delle limitazioni poste dal legislatore alla cessione crediti. Una spinta questa, che se accettata, costerà allo Stato ulteriori 20 miliardi di euro.

Nella lista dei desideri del partito stellato non c’è, tuttavia, solo il bonus 110 ma anche reddito di cittadinanza e Quota 41 (sul lato pensioni).

Reddito di cittadinanza e Quota 41, gli altri due bonus

Il reddito di cittadinanza, come noto, è stato voluto proprio dal M5s. Mentre da un lato ci sono parti politiche (e non) che vorrebbero eliminarlo, il partito stellato, invece, vorrebbe renderlo strutturale.

Sulla base dei dati attuali, la misura costa allo Stato oggi tra i 7 e gli 8 miliardi di euro.

Per molti dovrebbe essere soppresso in quanto trattasi di una misura che non ha portato i risultati sperati. Anzi alimenta il nero e riduce le entrate fiscali. Inoltre, c’è maggiore propensione a non cercare lavoro ed a rifiutare quello proposto.

C’è poi il fronte riforma pensioni. Si insiste per Quota 41, ossia possibilità di pensione per tutti con 41 anni di contributi ed indipendentemente dall’età anagrafica.

Se Quota 41 passasse, in termini di peso sul bilancio statale, significherebbe una spesa di 18 miliardi di euro fino al 2025. Un onere che difficilmente potrebbe divenire sostenibile visto che nella casse dell’INPS i contributi entrano sempre meno (causa mancanza di lavoro e presenza di salari bassi).