La Regione Puglia ha istituito un bonus di 2.000 euro per aiutare alcune categorie di lavoratori. Innegabilmente oggi lavorare a partita IVA, soprattutto al Sud, non è una scelta facile. Autonomi e professionisti sono stati messi a dura prova dalla pandemia Covid. Il governo, con il decreto Cura Italia prima e quello Rilancio dopo, ha previsto alcuni aiuti importanti: un bonus di 600 euro è stato corrisposto per le mensilità di marzo e aprile, aumentano poi a 1.000 euro a maggio, ma non per tutti.

Aiuti importanti, indubbiamente, ma con paletti. E non basta: soprattutto nelle regioni in cui già prima del Covid l’esercito dei lavoratori a partita IVA faticava a far quadrare i conti. Avevamo già parlato del bonus 1000 euro stanziato in Campania. Ora arriva la proposta del bonus Puglia.

Bonus Puglia, da oggi le domande: come chiedere i 2000 euro

La piattaforma dovrebbe essere operativa a partire da oggi, 15 luglio. Non si tratta di un bonus mensile ma di un contributo una tantum.

L’erogazione del bonus Puglia avverrà in ordine cronologico di presentazione delle domande e fino ad esaurimento della copertura stanziata che è di 124 milioni di euro.

I requisiti sono schematizzati nel comunicato stampa della Regione Puglia. Possono fare domanda:

  • i liberi professionisti con partita Iva attiva al momento della richiesta, inclusi  i partecipanti agli studi associati, purché non costituiti con contratto di natura commerciale d’impresa (sono infatti categoricamente escluse le forme aggregative che impongano  l’ iscrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio);
  • i titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa alla data del 01/02/2020, che risultino iscritti alla Gestione separata Inps e che abbiano residenza  in Puglia dalla suddetta data;
  • i lavoratori autonomi, anche se non a partita IVA, che non risultino iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie e che non abbiano ricevuto compensi lordi superiori a 5.000 euro l’anno scorso o nell’anno corrente. Condizione propedeutica in questo caso è non essere titolari di un contratto di lavoro alla data del 13 marzo 2020;

I beneficiari, inoltre, non dovranno essere iscritti ad altra forma previdenziale obbligatoria e devono poter dimostrare un reddito lordo da lavoro autonomo non superiore ad euro 23.400,002 e con un volume d’affari complessivo che non superi i 30.000 euro.